08/03/2015 10:15
IL MESSAGGERO (P. LIGUORI) - Rudi Garcia l'ha definita l'ossessione pessimista, che ogni tanto prende la testa e il cuore dei tifosi romanisti. Definizione perfetta. Noi la viviamo da sempre e non ce ne accorgiamo, lui viene dalla Francia e, quando l'ha scoperta, ha provato a contrastarla annunciando lo scudetto. Non ce l'ha fatta, ma si può capire. Alla prima serie negativa c'è sempre il rischio a Roma di vedere tutto nero. E sussurri e profezie diventano boati via radio. Però i numeri valgono in tutte le direzioni: non solo quelli dei troppi pareggi, che fanno la differenza di punti dalla Juventus; anche il secondo posto, con il distacco da Napoli, Fiorentina e Lazio e le due uniche sconfitte, che pure fanno la differenza con le altre più indietro. Questi sono i numeri che contano per la Roma, conta vincere a Verona per difendere il secondo posto e per permettere il recupero di giocatori chiave. Capisco l'emotività, però Gervinho é sempre lui e Salah non è Ronaldo: viene solo da un campionato dove si corre di più. È una constatazione, non un demerito di Garcia. Per le chiacchiere su Totti, poi, sono convinto da tempo che le definizioni assolute appartengono a chi non vede le partite della Roma, ma ne sente parlare. Chi l'ha visto a Rotterdam sa che Garcia lo vuole così per difendere il secondo posto e solo per questo lo deve far riposare. Oggi l'ossessione bianconera é svanita, c'è il Chievo e si deve vincere.