20/03/2015 09:25
IL TEMPO (E. MENGHI) - «Obbligato a parlare», per sua stessa ammissione, De Sanctis dà voce alla delusione dello spogliatoio giallorosso. Pur non avendo giocato, lasciando i guantoni (scivolosi) a Skorupski, Morgan si prende la sua parte di colpe, perché «non ci si sottrae alle responsabilità». «La mia presenza - spiega - è determinata dal fatto che sono obbligato, il sentimento dello spogliatoio è condiviso, non volevamo parlare. Dovremmo sostituire i fatti alle parole. Siamo i primi a non essere contenti. Quando la curva manifesta disappunto dobbiamo prenderci la responsabilità di ascoltare da vicino il loro pensiero e le loro delusioni. Che sono anche le nostre. I tifosi ci hanno detto che non ne possono più, vogliono 11 Garcia per la sua personalità. Noi l’allenatore lo seguiamo».
La Roma si aspettava di poter rinascere dalle ceneri e invece ci è finita dentro più di prima: «Volevamo una serata di riscatto, tenevamo all'Europa League. Abbiamo delle mancanze, altrimenti non arriverebbero questi risultati. Incamerata quest'altra delusione, abbiamo 11 partite in cui dovremo fare di tutto per mantenere il secondo posto». Quello che dovrebbe essere il suo erede ha fatto una papera da principiante, ma De Sanctis lo protegge: «È incappato in una brutta prestazione, come tutti, ma è un potenziale grande portiere e avrà tutto il tempo per riprendersi». La colpa non si può dividere, «è di tutti, non solo dei giocatori, anche dell’allenatore».
Si riparte da Cesena, senza gli squalificati Pjanic e Keita, mentre rientra Nainggolan. Il maliano non ci sarebbe stato comunque, per colpa di una distorsione al ginocchio destro. Una botta nello stesso punto ha costretto Yanga-Mbiwa ad uscire, ma potrebbe recuperare.