IL PUNTO DEL VENERDI' - Sconcerti, Mei, Garanzini, Giubilo, Calamai

20/03/2015 11:44

LAROMA24.IT - Ennesima doccia gelata per la Roma di che, all'Olimpico, viene confitta 0-3 dalla . Nella partita di ritorno degli ottavi di finale di Europa League ai viola bastano 21 minuti per affondare i giallorossi, aspramente contestati dai propri tifosi durante e al termine del match. La Roma ora deve concentrarsi sul campionato dove dovrà difendersi dagli attacchi del e di un'arrembante Lazio alla caccia del secondo posto.

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Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.

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CORRIERE DELLA SERA (M. SCONCERTI)

[...] La gioca a Roma una partita entusiasmante e facile. Prima un rigore stupido, poi un errore del , ma anche tutto il gioco prezioso di Montella. Si rivedono gli assalti della curva al campo, i colloqui obbligati dei giocatori con gli ultrà, la sconfitta vista sempre come un peccato da scontare. Nella sua confusione la Roma ha trovato ieri la squadra peggiore, quella più ordinata, quella che l’aveva per questo già eliminata dalla Coppa Italia. Portata ad attaccare la ha problemi in casa, ma ha vinto 35 volte in trasferta su 51 partite. comunque resta. Non è stato confermato dalla società, ma dalla curva. Di tutto il male si è fatto carico che ha accusato il suo mercato. Non ricordo che Galliani o Ausilio lo abbiano mai fatto. Quando si arriva a questa gogna vuol dire che prima della squadra manca la società. La Roma si perde tra la lontananza del suo presidente e la sua anima italiana, serve a trovare una spiegazione, l’unico dirigente che domani troverebbe dieci squadre pronte a prenderlo. Chi prenderebbe gli altri? La Roma vale un viaggio dentro se stessa, l’involuzione di uomini chiave come , Gervinho, , , lo stesso , , la sua mancanza di velocità e fantasia . è responsabile di questo. Il resto tocca a una società in cui ognuno bada molto a controllare la propria anima, quella italiana e quella americana [...].

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IL MESSAGGERO (P. MEI)

«Roma s’è rotta... A presto!»: prima di abbandonare il posto in paradiso, che è diventato un posto all’inferno (il sedile della ), il popolo giallorosso mette nero su bianco il suo stato d’animo, svuota lo spazio più palpitante dell’Olimpico romano e lascia quell’unico messaggio rivolto ai “mercenari”; è questo l’epiteto più gentile che nella serata dell’affondamento gli ultrà ma anche i meno spinti nel tifo, riservano a giocatori e dintorni, tra un fischio prepotente e l’altro.
Non è finito il primo tempo, ma è finita la Roma che ha preso subito tre gol dalla ed ha così visto rotolare via anche l’ultimo possibile traguardo di stagione. E quel “presto” scritto nero su bianco viene prima di quanto si possa immaginare: perché la partita sgocciola stancamente, senza aver da dire più nulla se non la frustrazione della Roma che porta pure al secondo giallo ed espulsione di Lijajc. Ed è allora che la Sud si fa di nuovo abitata. Anzi, qualcuno cerca (anche con successo) di scavalcare il recinto dei presunti gladiatori, qualcun altro s’arrampica sulla balaustra e vuole la maglia: non ve la meritate, pensano. Tocca, incredibile ironia, a chi probabilmente con il cuore sta da quella parte, andare a un tentativo di tenere le acque entro gli argini: , che non è solo “un ”, ma è anche il miglior sensore dell’umore tifoso, giacché lui è il primo di loro. La squadra sotto scorta, la contestazione che monta, Trigoria da trasformare in un fortino sono il sorprendente finale. Perché adesso la stagione sembra malinconicamente compromessa: l’addio alla dopo che le cose si erano messe bene, l’aver perso un territorio sconfinato dalla che era a portata di gol appena l’anno passato e pur nel brutto di quella Roma, l’eliminazione dalla Coppa Italia e ora questa uscita senza battersi dall’Europa League, questo è il piatto. Nessuno l’avrebbe detto. Ma poi... Già, è sul poi che si deve riflettere: forse la preparazione non adeguata, certamente il mercato di riparazione che anziché riparare ha ulteriormente rotto il giocattolo, forse s’è rotto perfino il giocattolaio con certe scelte scombiccherate e sempre variabili come il tempo a primavera. 

Si sono rincorsi i penultimati: la prossima volta è stata sempre peggiore di quella prima. La Roma che non vinceva pareggiava; la Roma che pareggiava ora perde. E pure male. Questo è quel che non viene tollerato, pur nel raziocinio che di calcio si tratta e niente di più. Ma il calcio, quando non è tutto (e c’è per chi lo è), comunque è molto. Chissà cosa avrebbe detto il da curva al sul campo, ma non in campo: almeno questa gli è stata risparmiata. O è venuta pure per questo risparmio?

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LA STAMPA (G. GARANZINI) 

[...] Il racconto della serata non può che cominciare dall’oscena gogna finale dell’Olimpico romano. Vero, la aveva comodamente passeggiato tra le rovine della Roma in un match che, tempo venti minuti, ed era stato segnato da uno zero-tre che sapeva di no-contest e avrebbe autorizzato da parte di il getto della spugna. Vero anche che la Roma di oggi è una squadra incapace di trasformare in gol le non molte occasioni che riesce a creare e in compenso capace, capacissima, di trasformare in pallegol qualsiasi iniziativa degli avversari, si chiami ieri Sampdoria, stavolta e domani chissà. Ma la squadra, se non altro, era riuscita ad arrivare alla fine con dignità tra i fischi sempre più assordanti dello stadio. Non è bastato. I gentiluomini della sud che sullo zero a tre se n’erano andati in segno di protesta, nel frattempo erano rientrati, perché troppo ghiotta era l’occasione di farsi riconoscere [...].

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IL TEMPO (G. GIUBILO)

Eutanasia in tempi brevissimi, almeno non c'è stato il tempo di soffrire per il tifo romanista: schiantato, cancellato, costretto a una fuga ignominiosa da uno stadio che era divenuto scena di un supplizio. Di quali dimensioni neanche il più pessimista tra i sostenitori avrebbe potuto immaginare. Meno di un quarto d'ora per una collezione di disastri quali da tempo la Roma neanche sognava.

L'addio all'EuroLeague segnato dall'esodo della , tecnico e giocatori abbandonati a se stesssi, nessuno poteva pensare che venissero toccati momenti imbarazzanti come quelli visssuti ieri sera. E ora ci si domanda come questo simulacro di squadra possa trovare le energie per difendere quel secondo posto che a lungo era apparso blindato e che ora rappresenta l'unico obiettivo di una stagione segnata dal fallimento. Ancora un punto di vantaggio sulla Lazio, ma in questo momento parlare di supremazia cittadina è perfino offensivo nei confronti di una squadra che parla un'altra lingua [...].

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GAZZETTA DELLO SPORT (L. CALAMAI)

Montella passeggia sulle macerie della sua vecchia Roma. L’uscita dall’Olimpico di molti tifosi giallorossi dopo il 3 a 0 e il processo pubblico sotto la con molti giocatori a testa bassa, decretano la fine di un progetto. Da ieri anche è un allenatore a rischio. Difficile spiegare il perché di questo clamoroso fallimento. La disfatta casalinga per 7 a 1 in contro il Bayern ha picconato i sogni scudetto. Da quel momento la Roma non si è più ripresa e la confusa campagna acquisti invernale ha indebolito la squadra. Non sarà facile per i giallorossi salvare l’ultimo obiettivo, cioè conquistare un posto nella prossima . Comunque vada a giugno la proprietà americana dovrà voltare pagina, con che non potrà più funzionare da parafulmine. Continua, invece, a crescere la . Che a gennaio ha rubato proprio alla Roma quel che ha riacceso i motori viola.