23/03/2015 10:31
IL TEMPO (G. GIUBILO) - Il derby continua. E se la Lazio conferma tutta la sua forza d'urto, dominando il Verona secondo pronostici, la Roma trova la forza di rispondere, tornando alla vittoria nella difficile trasferta sul sintetico di Cesena. Ci aveva messo cinque minuti la Lazio, per operare il sorpasso sui cugini al secondo posto della classifica, Era stato Felipe Anderson a colpire di testa, poi una punizione fulminante di Candreva aveva consolidato il vantaggio, senza che il Verona riuscisse a replicare. Ma la carta della disperazione aveva consigliato a Rudi Garcia le mosse giuste per schivare la beffa e perfino a rimanere a «soli» quattordici punti dalla Juventus.
Nuovo mezzo passo falso del Napoli, soltanto nel recupero capace di rimontare il gol di Pinilla che aveva portato avanti un'Atalanta in inferiorità numerica. Ma è giusto, in questa serata che guidava il campionato verso gli appuntamenti azzurri, sottolineare l'impresa della Roma messa in campo con coraggio dal suo tecnico, guidato più dalla disperazione che dalla logica. Se infatti si sarebbe rivelata utile la fiducia concessa al giovane Uçan, fin qui trascurato, non altrettanto felice era stata l'idea di concedere un'ulteriore chance a Doumbia, che invece ancora non è da corsa, si direbbe in gergo ippico. Avanti con un gol un po' fortunoso di De Rossi, nato da una mancata deviazione di Uçan, la Roma ha avuto le occasioni per mettere al sicuro una vittoria preziosa, ma si è dovuta adattare a una sorta di difesa a oltranza nel finale.
Legittimo il risultato, ma se la serata va giudicata nell'ottica del duello stracittadino, allora è giusto sottolineare come la la Lazio abbia calamitato le maggiori attenzioni per la qualità di gioco espressa.
Buon passo avanti della Sampdoria, una punizione di Eder a castigare l'Inter, che ha veramente poca fortuna. Gol e spettacolo a Udine, giusto pari con la Fiorentina, senza pause il calvario del Parma, travolto dal Torino, un destino segnato e reso ancora più crudele dalle circostanze. Adesso se ne riparlerà tra un mesetto, con le posizioni decisamente delineate.
Dalla corsa al secondo gradino del podio era naturalmente fuori la Juventus, alla quale il bizzarro calendario domenicale aveva riservato il solo ritaglio pomeridiano. Per la capolista, l'occasione per godersi la serata, fin troppo affollata, dall'alto di un più diciassette che la dice lunga sul divario scavato dalla prima della classe nei confronti di tutte le altre, comprese quelle che si erano concesse velleità di rincorsa, frustrate dalla realtà. Prima di consegnare al vecchio amico Antonio Conte il suo contributo alle fortune azzurre, la Juve ha onorato il suo impegno nel migliore dei modi.
Bella partita, spettacolo di alto livello grazie all'encomiabile impegno del Genoa, in partita fino al termine, ma in realtà non in grado di mettere in pericolo il risultato. Ancora un punteggio di minima, nobilitato però dalla bellezza del gol segnato da Tevez, un capolavoro balistico, pagato infine dalla deconcentrazione sul rigore fallito, senza conseguenze.
E dunque da ieri sera trasferimento in massa a Coverciano, in vista degli impegni azzurri: quello europeo a Sofia con la Bulgaria e l'amichevole prestigiosa di fine mese con l'Inghilterra. Convocazioni senza sorprese clamorose, Pirlo e De Rossi fermati da problemi fisici. La promozione se l'era guadagnata sul campo Valdifiori, l'architetto della splendida costruzione empolese, Sarri in cattedra all'ora di pranzo, Sassuolo incapace di repliche accettabili. In arrivo gli oriundi, secondo previsioni, il palermitano Vazquez e il sampdoriano Eder. Altre novità di rilievo il ritorno di Barzagli che ha ritrovato il suo ruolo da protagonista in campionato, e un posto sulla fascia per Gabbiadini, rivitalizzato dal Napoli.
Ma intanto è protagonista l'argento, non soltanto riflesso lunare come vuole l'orario del turno, ma soprattutto colore del podio più ambito, quello alle spalle, anche se a distacco abissale, dalla incontrastata protagonista.
Al centro dell'attenzione il derby indiretto tra le due formazioni romane, con la Lazio lanciata a una rincorsa che un paio di mesi fa sarebbe apparsa chimerica.