21/03/2015 10:12
LA REPUBBLICA (M. PINCI / E. SISTI) - Furioso per l’andamento della Roma. Nauseato dalle immagini della squadra ostaggio dei tifosi. Già nella prossima visita romana, a fine aprile, James Pallotta procederà al “redde rationem”: dopo aver individuato i mille perché della crisi, inizierà il processo ai responsabili. Ieri si è limitato a un sms laconico: «Sto scrivendo qualcosa proprio in questo momento». Era a Miami a preparare la riscossa, forse lo disturbava la sensazione che quel suo sogno, quel misto di colori hollywoodiani, robusta cultura imprenditoriale e forte desiderio di “sentirsi italiano”, fra stadi e sorrisi, potesse finire per colpa di qualche tifoso mascalzone o di qualche dipendente sopravvalutato. Tutti in discussione, dunque, qualche testa cadrà, del resto una stagione così non può finire senza colpevoli.
Il terremoto potrebbe far saltare la poltrona all’ad Zanzi, icona sorridente fin quasi lo sfinimento, o portare alle dimissioni del ds Sabatini, alla sostituzione di parte dello staff. Ma adesso a rischio sembrerebbe soprattutto Garcia, nonostante il suo rapporto con Pallotta si sia consolidato nel tempo, tra cene private, confidenze e rassicurazioni. Il gruppo parzialmente scaricato («terrò solo chi ha personalità»), le frasi su “guerra” e “battaglie”, sono parse almeno inopportune. Ora si può dire: al presidente è l’intera gestione della sua “media company” a non convincere più. Non arrivare in Champions costituirebbe un danno mostruoso - 30/40 milioni - con ripercussioni sul fair play finanziario, anche se la Roma avrebbe consegnato all’Uefa un piano quinquennale con o senza Champions. Nelle ultime settimane l’immagine internazionale del club è uscita a pezzi, demolita, un club troppo spesso ostaggio degli ultrà, tema sul quale ieri Pallotta non ha avuto nemmeno la forza di andare oltre due parole: «Lo so». Anche ieri Sabatini ha dovuto affrontare una marmaglia che ruggiva contro gli acquisti frettolosi («Doumbia è una pippa ») e chiedeva «campioni, non ragazzini». Il ds ha ribattuto: «E aiutatela questa c...o di squadra!».
Il tutto mentre Garcia decideva di chiudersi in ritiro a Trigoria, passarci la notte per poi partire all’alba, in aereo, verso la Romagna. Oggi pomeriggio (17) si terrà un’inusuale conferenza stampa nell’hotel di Cesenatico dove alloggerà la squadra. Domani alle 20.45 match contro il Cesena. La “fuga” è stata pensata per disinnescare la contestazione programmata per stamattina a Trigoria, risparmiando così altre tensioni alla squadra già traumatizzata dalle forche caudine di giovedì notte, sotto la sud, dove i giocatori sono stati addirittura minacciati di morte: «Se vi fate superare dalla Lazio vi veniamo a prendere a casa, a voi e alle vostre famiglie». Frasi che hanno scioccato Iturbe, Ljajic, persino Astori. Cole, tra i pochi a rifiutare l’onta, è stato il primo ad alzare la voce: «Quello che è successo con i tifosi è stato vergognoso, in Inghilterra non si è mai visto nulla del genere», ha detto ai compagni a caldo. La scena, fra l’altro, ha provocato la forte irritazione del Viminale per la totale assenza della società. La Roma, secondo l’Osservatorio, avrebbe dovuto impedire ai giocatori di andare a «trattare» con i tifosi. Lunedì riunione d’urgenza al Ministero con Coni, Federcalcio, Lega e club