08/03/2015 10:07
IL MESSAGGERO (U. TRANI) - «Adesso, con più punte a disposizione, avrò più scelta per contare su giocatori freschi in attacco. Davanti è complicato averne quando si hanno impegni ravvicinati e soprattutto per l'intera partita. Perché, oltre alla fase offensiva, bisogna dare molto sul piano difensivo, cosa che, guardando i numeri, stiamo facendo bene». Il futuro della Roma, a sentire Garcia, è tutto nella qualità e nel sacrificio degli uomini del tridente. Da oggi pomeriggio contro il Chievo fino alla conclusione della stagione il francese cambierà spesso gli interpreti nel reparto avanzato, proprio per non sottoporli a sforzi eccessivi e di conseguenza per averli lucidi al momento di finalizzare. «Sto recuperando gran parte dei giocatori di quel reparto: Gervinho è tornato, come si è visto con le due reti in Europa League, e con lui pure Iturbe». E presto conterà sui rinforzi invernali: «Piano piano riavrò Doumbia e anche Ibarbo», con il primo inserito, nonostante non sia ancora al meglio, tra i 22 convocati (dentro pure Holebas e Pjanic). Totti, e sono sempre le cifre a certificarlo, regala efficacia al tridente.
QUESTIONE DI FIDUCIA - Con lui aumentano i gol (l'ultimo suo, qui il 22 febbraio). Così ha avuto addirittura più spazio che nella stagione scorsa (1868 minuti in 35 partite contro 1840 in 42): «Il capitano ha giocato tanto perché, rispetto a un anno fa, sono di più le gare, già otto, e gli assenti, da Gervinho a Iturbe. Poi perché bisogna chiedere qualcosa in più ai giocatori validi e lui ha risposto bene». E, contro il 4-4-2 prudente di Maran (e con il peggior possesso palla a sfidare il migliore), può tornare utile. Se toccasse ancora a lui (5° match di fila dopo quelle contro il Verona e la Juve in campionato e le due contro il Feyenoord in coppa), uscirebbe Ljajic, risparmiato per la gara d'andata degli ottavi di Europa League, giovedì sera al Franchi contro la Fiorentina che va di corsa. Totti, quindi, con Gervinho e Iturbe. E in panchina i cambi per il turn over in corsa: Verde e Ljajic. Volendo, lo stesso Doumbia. «Io ho fiducia nei suoi colpi e in quelli di Ibarbo. Lo abbiamo preso perché serviva uno con le sue caratteristiche, capace di ricoprire tutt'e tre ruoli del tridente», spiega Garcia. «Noi non abbiamo paura di nessuno. Si è visto contro la Juve. Non c'è poi questa differenza tra noi e loro. Il destino dei bianconeri dipende da loro, ma noi, però, dobbiamo vincere il maggior numero di partite». Ne mancano 13 al traguardo. «Anche chi sta dietro di noi, con trentanove punti da distribuire, può ancora cambiare la classifica».