07/03/2015 10:25
GASPORT (M. BREGA, M. IARIA) - Alla fine la delibera «barzotta » è stata firmata. La Lega di A ha deciso di aiutare il Parma, di salvaguardare il campionato a 20 squadre e di mettere a disposizione del curatore fallimentare una cifra vicina ai 5 milioni di euro per garantire lo svolgimento dell’attività. La delibera è stata definita «barzotta» (traducibile in «virile», per restare sul dizionario educato) da Claudio Lotito, il presidente della Lazio che ha partorito l’idea di attingere al fondo-multe. È stata una giornata intensa ieri in via Rosellini, tra le due votazioni legate al Parma (primo punto all’ordine del giorno), le tensioni durante i lavori e la visita di tre Finanzieri che hanno raccolto materiale utile per il curatore fallimentare (hanno fatto altrettanto in Figc a Roma e nelle sedi di Mediaset e Sky).
Il piano proposto dal presidente federale Carlo Tavecchio scatterà dopo l’udienza fallimentare del 19 marzo e consentirà al club di portare a termine la stagione e alla A di chiudere il campionato con 20 squadre. E sarà grazie ai soldi che metterà a disposizione la Lega. I mal di pancia al quarto piano sono stati continui, alcuni più evidenti, altri più nascosti. Aurelio De Laurentiis per esempio non ha fatto nulla per nascondersi chiedendo a Tavecchio del perché sono mancati i controlli: una richiesta, quella di spiegazioni su come mai si sia arrivati a questo punto di non ritorno, sostenuta anche da Andrea Agnelli e dal presidente del Cesena, Giorgio Lugaresi che ha lasciato la Lega con uno sguardo tra l’esterrefatto e il deluso.
IL TRIO CONTRARIO Al trio Agnelli-De Laurentiis-Lugaresi ha risposto prontamente la corrente lotitiana sostenendo che c’è sempre la caccia al colpevole e mai la volontà di risolvere i problemi tutti insieme. Momenti di tensione, annacquati dalle parole di Tavecchio: «La Lega ha l’impegno a chiudere il campionato a 20 squadre ». Impegno che è stato ribadito dalle votazioni, grazie anche alle pressioni delle pay tv che minacciavano cause per inadempienza contrattuale. Detto questo vanno analizzate le due votazioni di ieri. La prima era di principio: dare la disponibilità a salvare il Parma e a salvaguardare il campionato a 20. Sedici i voti favorevoli, 3 gli astenuti (Napoli, Roma e Sassuolo), un solo contrario (Cesena). Poi si è passati a votare se fosse il caso di fornire una cifra indicativa a Tavecchio, fino a 5 milioni. E qui gli equilibri sono leggermente mutati: 15 favorevoli, 2 astenuti (Roma e Sassuolo), 3 contrari (Cesena, Juventus e Napoli). Il cambio più evidente è stato quello della Juventus che è passata da un sì a un no. Da Torino lo spiegano in questi termini. La società di Agnelli era (ed è) disponibile a salvare il Parma e a salvaguardare il campionato a venti. Non lo era (e non lo è ancora) sul fatto di comunicare l’entità del prestito perché al momento non c’è chiarezza sui conti e sul curatore fallimentare che dovrebbe indicare lui quanto serva per chiudere la stagione.
IN CAMPO CON LE MULTE I soldi per salvare il Parma arriveranno dal fondo-multe, alimentato dalle ammende comminate alle società e accantonato in questi anni dalla Lega per scopi solidaristici. Tenendo conto di alcuni avanzi si arriva alla cifra di circa 5 milioni. Soldi che la Lega presterebbe al Parma per il mantenimento del titolo sportivo. «Il modello della Lega funziona benissimo - ha ribadito ieri pomeriggio il presidente Maurizio Beretta -. Noi ci siamo attivati per tempo, adesso i giocatori del Parma sono chiamati alle loro responsabilità». Alla fine della giornata arriva anche il sì dei giocatori: domenica pomeriggio Parma-Atalanta si giocherà.
PAROLE IN LIBERTÀ «Lo sapete che i soldi della solidarietà non vanno a nessuno alla fine, quindi che c... ve ne frega» - sarebbero stati i titoli di coda di un Lotito particolarmente vibrante. Evidentemente nervoso invece era Tavecchio che per solleticare i (pochi) contrari e indecisi non ha usato molta diplomazia: «Se non mi date questa delibera, non finisce qui. E da noi poi dovete passare per iscrivervi al campionato» - è il sunto dell’intervento dai forti toni minacciosi. Il finale spetta nuovamente a De Laurentiis: «Ma fallisse il Parma e poi io faccio causa a voi che non avete controllato! ».