Oggi l’udienza per il fallimento, verso l’ok col Toro

19/03/2015 09:59

GASPORT (A. SCHIANCHI) - Il giorno più lungo del Parma Football Club comincia oggi alle ore 10.30. Non si gioca in campo, ma in tribunale. I giudici dovranno decidere sulla richiesta di fallimento della società gialloblù avanzata dalla Procura di Parma. Sarà un collegio di tre magistrati a doversi pronunciare e non è detto che la sentenza arrivi immediatamente: potrebbe slittare di ventiquattr’ore, o addirittura essere emessa lunedì. L’impressione, tuttavia, è che il giudice delegato Pietro Rogato e i suoi colleghi cercheranno, nel rispetto di tutti i passaggi formali, di accelerare la pratica. L’arresto ieri mattina di Giampietro Manenti, presidente del Parma, ha di fatto eliminato la possibilità che si proceda con un concordato preventivo o un concordato in bianco: in questi casi sarebbe necessario avere un piano di risanamento e ristrutturazione aziendale del quale, stando agli ultimi eventi, non sembra esserci nemmeno l’ombra.

LA RABBIA Davanti al centro sportivo di Collecchio, ieri, compariva questo striscione: «Ghirardi, Leonardi, Manenti 3 delinquenti». La situazione è davvero insopportabile e il capitano Alessandro Lucarelli racconta il momento: «Che scenario intravedo? Può darsi anche che domani (oggi, ndr) chiudiamo bottega, c’è un fallimento e se non ci sarà un esercizio provvisorio che non è scontato... Io penso solo al Parma, a quello che stiamo subendo da mesi ed è qualcosa di ridicolo, non c’è fine alla vergogna. E tutti quelli che ruotano attorno al Parma stanno subendo delle umiliazioni che non meritano. Contro il Torino si rischia di non giocare? E’ possibile, se falliamo qui si chiude bottega e chiudono tutto. Se sarà aperto l’esercizio provvisorio, vedremo chi pagherà i soldi per aprire lo stadio, ma ora è tutto in alto mare». Proprio così, «tutto in alto mare», anche se qualcosa, in distanza, s’intravvede. Il tribunale, accertato lo stato d’insolvenza della società, potrebbe dichiarare il fallimento e nominare il curatore, al quale spetterebbe la richiesta per l’esercizio provvisorio. La Lega ha messo a disposizione 5 milioni di euro per il caso Parma: questi soldi, stanziati con apposita delibera il 6 marzo, possono essere utilizzati immediatamente. E ciò consentirebbe al Parma, che non ha un euro in cassa per pagare gli steward, il servizio di pulizie e l’energia elettrica, di organizzare la partita di domenica sera contro il Torino. Se il tribunale schiaccerà il piede sull’acceleratore, questo piano potrebbe essere applicato.

L’ALTERNATIVA Esiste, in ogni caso, un’ipotesi B. La Lega, che ieri ha stabilito i recuperi delle partite che il Parma deve disputare contro l’Udinese (8 aprile) e contro il (15 aprile), sta monitorando con attenzione tutta la faccenda. Oggi il Parma sarà rappresentato in tribunale dal collegio sindacale: toccherà a Osvaldo Riccobene ed Enrico Siciliano gestire l’ordinaria amministrazione. E saranno loro, come referenti del Parma FC, a chiedere al Comune l’apertura dello stadio Tardini. Per le spese di organizzazione della gara contro il Torino interverrebbero, come già accaduto in occasione della sfida contro l’Atalanta, alcuni sponsor: servono circa 35 mila euro. Il sindaco Pizzarotti e l’assessore allo sport Marani, ora che Manenti non è più della partita, sono disponibili a concedere la struttura. In questo caso, soltanto in un secondo tempo, se il tribunale ritarderà la formulazione della sentenza, interverrà il curatore fallimentare. Tutte le istituzioni, insomma, stanno lavorando per garantire il proseguimento della stagione. Al resto penserà il curatore, una volta entrato in possesso della lunga lista dei creditori e dei soldi stanziati dalla Lega.