12/03/2015 09:55
GASPORT (A. SCHIANCHI) - Giampietro Manenti è sparito dai radar. Non si fa vedere, né sentire dai dirigenti e dai dipendenti del Parma dal pomeriggio di domenica. E anche il suo commercialista, incaricato di scrivere il piano di risanamento finanziario da presentare questa mattina ai magistrati, non ha dato alcun segnale. Che cosa significa tutto ciò? Quasi sicuramente che Manenti non ha pronto alcun progetto, che non ha trovato i soldi promessi in tante occasioni e che non è riuscito a coinvolgere quei famosi finanziatori stranieri di cui spesso ha parlato. Gli impiegati della cancelleria fallimentare del tribunale di Parma restano in attesa dei libri contabili degli ultimi tre anni. Manenti assicura che li porterà, altrimenti saranno i giudici ad andarli a ritirare, anche perché la vicenda Parma è destinata a durare a lungo e l’udienza pre-fallimentare del 19 marzo sarà soltanto il primo capitolo della storia.
NUOVA INIZIATIVA Il Comune di Parma ha fatto un esposto-denuncia alla Procura contro la società emiliana per truffa ed è quindi stato aperto un nuovo fascicolo. L’assessore al Bilancio Marco Ferretti ha spiegato: «Abbiamo presentato alcuni atti dai risvolti penali su cui i nostri avvocati ci hanno chiesto per ora di tenere il massimo riserbo. Sono comunque atti particolarmente forti perché crediamo che sulla vicenda Parma ci siano passaggi che debbono essere chiariti ». Il Comune, attraverso tre società partecipate, è creditore del club per una cifra superiore a un milione: somma accumulata dal 2011 al 2014. Poiché il Parma Football Club, verso il quale è stato presentato l’esposto, è persona giuridica mentre la responsabilità penale è individuale, è facile prevedere che gli amministratori della società gialloblù, cioè l’ex presidente Ghirardi e l’ex a.d. Leonardi, vengano chiamati a rispondere anche per questi fatti dopo essere già stati indagati per bancarotta fraudolenta e concorso nel medesimo reato.
ATTENZIONE SU... A Parma si pensa a quello che accadrà dopo il 19 marzo. C’è anche il filone che riguarda la Guardia di Finanza e l’indagine aperta nei confronti degli ufficiali Albanese e Petrucelli che, al momento, pur non essendo stati sospesi, sono in attesa di essere destinati ad altro incarico. E, soprattutto, ci sono da chiarire i rapporti tra l’ex ergastolano Eugenio De Paolini Del Vecchio, da qualche anno libero cittadino, e alcuni dirigenti del Parma, nonché il coinvolgimento dello stesso De Paolini nelle vicende societarie nel periodo della gestione di Taçi. Nessuno lo dice e tutti fanno finta di non saperne nulla, ma nelle stanze del potere della città si discute (e non poco) di questo clamoroso crac.
AL LAVORO Alessandro Lucarelli, il capitano diventato simbolo della protesta, prosegue (tra un allenamento e l’altro) nella sua attività di sindacalista. Ieri, a Collecchio, ha partecipato a una riunione con i dipendenti del Parma e i rappresentanti della Cgil, e ha garantito ciò che va dicendo da giorni: fino a che ci sarà un minimo di speranza, i giocatori faranno tutto il possibile per salvare il titolo sportivo e garantire la ripartenza dalla B. Ciò significherebbe dare una possibilità ad almeno duecento famiglie. Con il Parma in Serie D tutti i dipendenti resterebbero senza lavoro, e questo diventerebbe un vero e proprio problema sociale per il territorio, tanto che anche il sindaco Pizzarotti sta lavorando assieme al presidente Tavecchio per trovare una soluzione. Tra pochi giorni, se tutto andrà come deve andare, il fascicolo Parma passerà nelle mani del curatore fallimentare e toccherà a lui gestire la quotidianità. Innanzitutto dovrà tentare una mediazione con i tanti creditori e risolvere la grana delle 32 richieste di messa in mora avanzate dai giocatori. Lavoro complesso, come complessa e intricata è la storia del Parma.