02/03/2015 09:01
IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Il distacco di 9 punti non sminuisce lo scontro diretto dell’Olimpico che, come al solito, ci mette la cornice di certe notti stellate (55.000 spettatori): la Juve e la Roma restano le migliori squadre della serie A a prescindere dal vantaggio accumulato, in meno di 2 mesi, dai campioni d’Italia. Il 6 gennaio, e quindi al buongiorno nel nuovo anno, solo 1 punto in più per Allegri. Garcia, però, lo ha perso di vista nelle successive 7 partite: solo 1 vittoria, a Cagliari, e 6 pareggi. La sciagurata striscia ha finito per incidere proprio sul posticipo di questo 25° turno: non è più la finale di ritorno per il titolo. Anche perché due risultati su tre sono favorevoli ai bianconeri. Ma 7 gare sono comunque poche per tirare le somme con largo anticipo. Il gap c’è. Ma non così ampio. Basta pensare al match d’andata per capire che le due rivali sono più vicine di quanto evidenzia la classifica. Chi insegue oggi ha più umiltà di 5 mesi fa e gioca per difendere il secondo posto. La vittoria dei giallorossi (in campionato l’ultima in casa è lontanissina: 30 novembre, 4 a 2 contro l’Inter) renderebbe però il finale di campionato meno scontato. E i sogni sostituirebbero, fino al traguardo, i rimpianti.
INPUT DAL CAPITANO Totti ha cercato di risollevare il gruppo spaesato e impaurito: «Battiamo il Feyenoord e anche la Juve». Ha puntato sul double e per metà la sua profezia si è già avverata. E la prestazione in Olanda rende possibile l’accoppiata. La Roma deve sfruttare questa grande chance. Allegri, negli ultimi giorni, ha perso pedine di primo piano, a cominciare dal regista Pirlo. Pogba è venuto nella capitale, ma non sta bene. Sturaro si è fermato a Torino e Vidal non è al top. Di qui il ritorno al 3-5-2 Garcia, invece, ha recuperato Iturbe: abbondanza, dunque, pure in attacco, dove però mancheranno ancora i rinforzi d’inverno Doumbia e Ibarbo, presi senza tener conto delle personali condizioni fisiche che li hanno resi subito indisponibili. Ma a tranquillizzare il francese è il risveglio psicofisico di alcuni titolari, da De Rossi a Pjanic, da Torosidis a Gervinho, e l’equilibrio del sistema di gioco che, per il lavoro degli esterni bassi e alti, passa con naturalezza dal 4-2-3-1 al 4-4-1-1. Progressi da confermare e difetti da eliminare. Stasera gli errori costano il doppio. Dietro la difesa è meno solida che nel campionato scorso. Troppe gaffe tecniche e tattiche. Non per colpa esclusivamente dei singoli che, da 3 mesi, non hanno lucidità nemmeno davanti. L’attacco è il sesto del torneo (37 reti, come la Fiorentina) dietro a quello della Juve, del Napoli, della Lazio, dell’Inter e del Palermo. Il reparto arretrato rimane invece il secondo meno battuto dopo quello dei campioni d’Italia. Se la Roma gioca di squadra diventa subito meno fragile e più efficace. Come un anno fa. Oggi ha 9 punti in meno, guarda caso sono l’attuale distanza dalla capolista.
RIVINCITA AD PERSONAM E’ soprattutto la notte di Garcia. Che in campionato ha sempre perso con la Juve, battuta solo in Coppa Italia. Tre ko, nel 2014, tanto diversi tra loro: la prima sconfitta, a Torino, con il 3 a 0 senza storia; la seconda, all’Olimpico, con l’1 a 0 insignificante e la terza, allo Stadium, con il 3 a 2 fasullo firmato da Rocchi. Indimenticabile per il francese. «Non lo scorderò per tutta la vita». E stasera, all’ingresso in campo, penserà subito all’ingiusto verdetto del 5 ottobre. Che in classifica fa ancora la differenza.