12/03/2015 08:30
IL TEMPO (E. MENGHI) - Il derby italiano farà pure meno Europa, ma ad appesantirlo c’è l’obbligo di riscatto che Garcia ha imposto alla Roma dopo la brutta prestazione con il Chievo. Il francese vuole tornare a riconoscersi nel gioco della squadra, che dovrebbe essere specchio limpido delle sue intenzioni e mettere in pratica le istruzioni consegnate in settimana, tra video e allenamenti, e invece è in frantumi. Bisogna rimettere a posto i pezzi, a partire da stasera, perché al Franchi va in scena il primo atto dell’ottavo di finale d’Europa League, crocevia fondamentale della stagione per i giallorossi, rimasti senza altri obiettivi e in crisi di gioco e risultati.
«Fare meglio di domenica - ironizza il francese dall’Hotel Medici di Firenze - non sarà difficile. Abbiamo giocato tre volte contro la Fiorentina quest’anno, ma questa partita sarà differente, perché ci sono 180 minuti, o forse più, da giocare e non dobbiamo dimenticarlo. Dobbiamo gestire bene le due gare se vogliamo qualificarci, il nostro obiettivo è superare il girone». Gaffe linguistica a parte (girone e turno in francese si dicono allo stesso modo: tour ), la Roma dovrà puntare tutto sull’Europa per provare a vincere un trofeo in questa stagione, anche se Garcia ricorda che la priorità è un’altra: «L’obiettivo principale rimane la qualificazione alla Champions League». E il secondo posto non è più così al sicuro. Perderlo sarebbe una delusione sportiva, ma anche economica e alla Roma servono soldi per diventare sempre più competitiva nei grandi palcoscenici: «Quest’anno sapevamo che la Champions non era per noi, ma ora pensiamo solo ad andare ai quarti di finale d’Europa League».
Ai giallorossi, giura Garcia, non manca la voglia di fare bene e durante la rifinitura il tecnico è stato costretto a dire ai suoi di rallentare: «Ho avuto paura di perdere due giocatori per infortunio durante la partitella». La stessa grinta è richiesta oggi in campo, nei primi 90 minuti di un doppio round complicato, che inizia senza punte (o quasi): «Noi non abbiamo il capitano, loro non hanno Gomez, ma se recuperano Babacar e noi Doumbia, allora ci sono possibilità di avere un vero centravanti. Altrimenti, faremo scelte diverse, che potrebbero anche rivelarsi un vantaggio per la velocità. Il tridente "leggero" può essere una scelta tattica interessante, lo abbiamo usato anche a Genova». Al Ferraris la Roma aveva avuto la meglio con un gol di un centrocampista, Nainggolan, ma erano altri tempi e lo scudetto era distante solo un punto. «Segniamo meno in questo momento, ma - sottolinea Garcia - quando abbiamo fatto gol abbiamo festeggiato con lo stesso feeling dell’anno scorso».
Ljajic è il giocatore più prolifico della squadra, il tecnico sfrutta la sua presenza in sala stampa per caricarlo: «Sarà importante per noi in questa gara e nel finale di stagione. Gli ho chiesto più continuità, è stato a volte criticato, ma la risposta viene sempre dal campo e lui ha dato la migliore risposta possibile. Rimangono ancora tre mesi da giocare e Adem non si deve addormentare». Alla Roma capita spesso di farlo, Garcia spera che lo 0-0 da incubo con il Chievo sia servito da lezione: «Le partite a volte sono strane, ci si aspetta una strategia dell’avversario e poi ne capita un’altra: noi dobbiamo essere pronti a tutto ed essere protagonisti. Mi auguro di rivedere la Roma di Rotterdam, quella del primo tempo con il Verona e dei 25 minuti con la Juve. Sono fiducioso sulla possibilità che i miei giocatori facciano bene perché sono cose successe poco tempo fa». Forse è meglio che la memoria torni in fretta.