18/03/2015 09:03
IL MESSAGGERO (S. CARINA) - Le parole del dg Baldissoni («Siamo tutti in discussione») non possono non chiamare in causa, oltre Garcia, anche il ds Sabatini. Il dirigente – sotto accusa sia per l’insufficiente mercato estivo che per il flop di gennaio - ha dimostrato in questi 4 anni di essere un ottimo scopritore di talenti riuscendo ad invertire anche quanto si diceva sul suo conto quando lavorava per conto della Lazio: «È bravo a trovare i giovani di valore ma incapace a vendere». Ricavare però 9 e 7 milioni da giocatori modesti come Dodò e Bradley, realizzare 27,4 milioni di plusvalenza con Marquinhos, 15,2 con Lamela e 5,2 con Osvaldo (gli ultimi tre presi e valorizzati nella gestione-Zeman) sono capolavori che smentiscono quel giudizio. Quello che invece non può essere smentito è la difficoltà di Sabatini a costruire squadre che possano vincere. L’anno nel quale è andato più vicino al successo in campionato è quello precedente, terminato a 17 punti dalla prima in classifica. In questa stagione, il gruppo da lui costruito è già a -14 dalla Juventus con ancora 11 gare da disputare. Considerando il trend negativo del 2015, difficilmente il gap si assottiglierà.
IL DUBBIO - La domanda a questo punto è lecita: non essendo mai riuscito a vincere nulla, Sabatini rimane un «formidabile talent scout» (copyright di Mino Raiola) o alla soglia dei 60 anni può trasformarsi in un ds che costruisce una squadra-scudetto? Il giorno della sua presentazione (giugno 2011) disse: «Se volevate i campioni, non sarei qui». Era una Roma diversa, che pensava di poter inaugurare un discorso sui giovani che il fiasco di Luis Enrique non ha reso possibile. Dopo il 26 maggio si è cercato un mix tra giovani e esperti che però dopo un secondo posto è già in discussione e porterà all’ennesima rifondazione. Ennesima perché da quando è arrivato Sabatini, Trigoria nelle sessioni di mercato si è trasformata nella fermata della metro di Termini all’ora di punta. Senza considerare i riscatti o i ritorni dai prestiti ma comprese le sessioni invernali, sono stati 15 gli acquisti effettuati il primo anno, 12 nel secondo, 15 nel terzo, addirittura 16 in questa stagione. E a giugno è già pronta una nuova rivoluzione. Avverrà con Sabatini? Come già accaduto due anni fa, sono tornate a circolare voci (all’epoca seccamente smentite) di possibili dimissioni del ds qualora la Roma non dovesse arrivare almeno terza. Nel 2007, alla Lazio, il dirigente le rassegnò ma vennero respinte da Lotito. Epilogo analogo potrebbe riproporsi alla Roma. Del resto nel calcio 2.0 conta probabilmente più una plusvalenza che uno scudetto vinto.