25/03/2015 08:41
GASPORT (L. BIANCHIN) - È terminato il «decennio breve» di Calciopoli: nove anni scarsi che hanno cambiato il pallone. La data è indicativa, convenzionale, come alcuni confini decisi a tavolino: qualche logica della «città del Calcio» si è trascinata fino al 2015. Di sicuro, però, il periodo ha cambiato le relazioni tra tifosi e distrutto amicizie. Nel 2006, mentre la Nazionale vinceva un Mondiale, l’Italia si divideva in «juventini» e «anti-juventini ». Due partiti, come «berlusconiani» e «anti-berlusconiani». Nel 2005 in uno stanzino si cercava una scopa, non un arbitro, e le schede telefoniche straniere erano ricercate dai ragazzi per le collezioni, certo non dai dirigenti. Innocenzo Mazzini, ex vicepresidente federale, oggi fa il nonno, l’arbitro Paparesta è presidente del Bari e l’ex collega De Santis si è laureato in legge: è cambiato tutto. Nove anni dopo, è diverso anche il modo di parlare. Non ci credete? Consultate il dizionario compatto di Calciopoli.
BRINDELLONE Il termine, almeno a Firenze, indica il carro che prende fuoco nei giorni di Pasqua. Nel granducato di Calciopoli, è il nome con cui Moggi chiamò Facchetti. Gene Gnocchi gli dedicò il Rompipallone più sentimentale, il giorno della morte del Cipe: «Oggi mi viene solo: Brindellone, ci mancherai tanto».
CARTONE Secondo parte del popolo juventino, materiale di confezionamento per il triangolino 2006, vinto per decisione della giustizia sportiva. «Scudetto ritirato in segreteria» è quasi un sinonimo, attribuito a Mourinho. Sono cambiate tutte le etichette. Gli juventini ormai contano i titoli «sul campo» e chiamano gli interisti «prescritti ». Gli altri, fieri, rifiutano il cartone: per loro, quello, è lo «scudetto degli onesti».
CONGRUO Aggettivo maschile singolare, sinonimo di «adeguato», «coerente». Ebbe 10 giorni di gloria quando Zaccone, legale della Juve, lo usò per descrivere la pena che si aspettava dalla corte: la Serie B con penalizzazione. Quasi un patteggiamento. Gli juventini duri e puri gradirono poco, pochissimo...
GUARDALINEE Categoria nobilitata dall’inchiesta: non più sbandieratori ma decisivi. Il loro santo protettore è l’ex arbitro Meani, che aveva un ristorante sull’Adda, per il Milan si occupava della terna e dissertava di assistenti neanche fossero chef.
INTERCETTAZIONI Testi più o meno comprensibili, di sicuro prove regine di ogni inchiesta. Gli appassionati di calcio hanno passato ore chini su giornali che riportavano conversazioni tra tesserati, arbitri, dirigenti. Alcune frasi erano meno chiare delle versioni di greco del ginnasio, però il telefonino è diventato la pistola fumante per eccellenza, l’arma di ogni delitto. Succedeva anche prima del 2006, ma Calciopoli ha portato il fenomeno su un’altra dimensione.
SCHEDE SVIZZERE Sim segrete da omaggiare a interlocutori delicati. Bertolini, osservatore della Juve, le comprava in contanti in un negozio di Chiasso. Moggi le riceveva e le usava per parlare con arbitri e uomini di calcio. Le sim miracolose erano del Liechtenstein, ma questo non lo ricorda nessuno: erano svizzere e basta. Come nessuno ricorda che Bertolini, nel negozio, comprò un cane robot, diavoleria elettronica. Rispondeva a 180 comandi e riconosceva la voce del padrone. «Come alcuni arbitri», pensò qualcuno.
STANZINO Luogo in cui Moggi attaccò l’arbitro Paparesta dopo un Reggina-Juve del 2004: non gradiva l’arbitraggio. Paparesta precisò che insomma, Moggi non lo chiuse a chiave in spogliatoio ma il senso resta, l’immagine sopravvive. Memorabile l’intercettazione in cui Ingargiola, osservatore dell’Associazione italiana arbitri, raccontò l’episodio al presidente degli arbitri Lanese, cominciando la frase con «Cumpa’». Ingargiola fece finta di non vedere: atteggiamento poco congruo, direbbe Zaccone.