30/03/2015 22:50
CALCIOEFINANZA.IT (A. OLIVA) - Nuovo Stadio Roma ostacoli – Iniziare i lavori quest’anno, per finirli nel 2017 e consegnare alla Roma uno stadio nuovo e polifunzionale, così come in voga negli altri Paesi. Contribuendo, di fatto, al miglioramento dei conti giallorossi alle voci matchday e commerciale: l’accordo con Nike prevede un bonus per ogni anno di contratto in cui la squadra di Pallotta giocherà nel nuovo impianto. Questo il piano del club, ma anche del Comune capitolino. Ma la strada verso la prima pietra è più in salita che mai.
La denuncia di LabUr per falso ideologico - L’ultima vicenda riguarda il Comune di Roma, che negli ultimi giorni ha ricevuto una denuncia da parte di LabUr, un laboratorio che riunisce alcuni ingegneri specializzati in urbanistica e che da qualche tempo segue da molto vicino le vicende legate allo stadio romano, che dovrà sorgere nella zona di Tor di Valle.
La denuncia è stata depositata lo scorso 12 marzo. Secondo LabUr, il Comune di Roma “avrebbe commesso, nell’iter procedimentale sul nuovo Stadio della Roma, gravi delitti contro la fede pubblica, in particolare quelli previsti dall’art.479 (Falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici) e dall’art.480 (Falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in certificati o in autorizzazioni amministrative) del codice penale”.
Tutto ruota al pubblico interesse legato all’impianto: i 90 giorni entro i quali doveva essere dichiarato non sarebbero stati rispettati. Un termine fissato dalla legge 147/2013 che all’articolo 1, comma 304, lettera A stabilisce che “Il comune, previa conferenza di servizi preliminare convocata su istanza dell’interessato in ordine allo studio di fattibilità, ove ne valuti positivamente la rispondenza, dichiara, entro il termine di novanta giorni dalla presentazione dello studio medesimo, il pubblico interesse della proposta”.
Come fanno sapere a Calcio&Finanza da LabUr, “avremmo voluto presentare prima la denuncia, ma il Comune di Roma ha tardato a pubblicare la delibera del pubblico interesse presso l’Albo Pretorio, nonostante nostri 3 solleciti di pubblicazione”.
Gli altri ostacoli, dalla questione terreni al fallimento di Sais - Ma questo è solo l’ultimo dei problemi, in ordine di tempo, che potrebbero ostacolare la costruzione del nuovo stadio giallorosso. Buona parte della questione ruota attorno ai terreni dello stadio, nella zona di Tor di Valle. Da tempo si parla di rischi idrogeologici legati al tipo di terreno. E i sondaggi per capire quanto a fondo si potrà e dovrà scavare per le fondamenta sono in ritardo: per eseguirli, potrebbero volerci fino a 4 mesi. La situazione non è delle migliori: “Il rischio attualmente c’è ed è di livello R3 e R4 nella zona, che è la classificazione massima“, ha spiegato all’emittente romana Centro Suono Sport Carlo Ferranti, dirigente dell’Ufficio Piani e Programmi dell’Autorità di Bacino del Tevere.
E poi c’è la questione del fallimento della Sais, avvenuta a inizio giugno 2014. Ovvero, la società che ha venduto i terreni alla Eurnova, del costruttore romano Parnasi nel giugno 2013, per un importo di 42 milioni di euro. Una situazione che, legge alla mano, potrebbe mettere a rischio gli stessi terreni di Tor di Valle: l’articolo 67 della legge fallimentare prevede anche la revoca di atti precedenti di 6 mesi o un anno il fallimento. Il procedimento fallimentare non dovrebbe chiudersi prima del prossimo autunno. In caso di annullamento della vendita, i terreni finirebbero all’asta. Terreni sui quali, tra l’altro, da tempo su muove anche la Procura di Roma.