23/04/2015 14:10
GASPORT (F. CENITI) - Mettiamola così, se fosse stata una partita di calcio il risultato sarebbe riassumibile con un «nulla di fatto», ma nella cronaca troverebbe ampio spazio il clima non certo amichevole: toni accesi e un paio di entrate sopra le righe. Certo, alla fine è prevalso il fair play con le scuse portate da Cristiano Doni all’avversario. Che non è uno qualunque, ma il procuratore capo di Cremona, Roberto di Martino, titolare dell’inchiesta sul calcioscommesse. Ieri è andato in scena l’ennesimo faccia a faccia con l’ex capitano dell’Atalanta: motivo dell’interrogatorio la chat, scoperta durante l’incidente probatorio, con l’amico e collega Nicola Santoni. Una chat ritenuta dagli inquirenti «eloquente» di una combine (da capire se tentata, portata a termine oppure fallita sul campo) per la gara di Crotone. Parole che hanno portato sul registro degli indagati per frode sportiva anche Colantuono, ex tecnico dei bergamaschi, e il d.s. Zamagna.
NON CREDIBILE L’incontro è durato circa 70’, compresa una interruzione chiesta dal legale Salvatore Pino proprio per stemperare gli animi, con Doni nel ruolo naturale di attaccante e non in quello d’indagato. La pausa è servita a ritrovare serenità: il pm di Martino ha apprezzato le scuse dell’ex giocatore e soprattutto la gestione della situazione da parte dell’allenatore- avvocato Pino. Tutto ricomposto su questo fronte, mentre sulla chat le parti restano distantissime. Il pm ha ritenuto non credibile la versione fornita da Doni. Questa: «A distanza di 4 anni non ricordo nulla della chat e non sono sicuro che fossi io l’utente in questione. Ricordo, però, che Santoni mi disse qualcosa. Lo ascoltai, ma poi da parte mia non ci fu nessuna azione successiva. Tra l’altro segnai un gol». Doni ha chiesto che sia ascoltato il portiere Concetti (giocava nel Crotone), nominato nella chat come possibile collante della combine. L’ex capitano ha pure replicato alle accuse dei vari Erodiani e Parlato sulle sua partecipazione attiva in altri tarocchi oltre a quelli ammessi da Doni in sede sportiva (in particolare la gara col Piacenza). «Dopo 4 anni credevo fosse chiaro che il gruppo Erodiani era composto da ciarlatani in cerca di notizie sulle partite, ma non avevano la capacità di truccarle».
RICADUTE Il pm ha ascoltato la versione di Doni e da subito ha rinunciato a un vero contradditorio. In sostanza per di Martino le dichiarazione dell’ex giocatore non aggiungono o tolgono neppure una virgola a quello raccolto. Anzi, unito alla scelta di Santoni di avvalersi della facoltà di non rispondere sulla chat, rafforzano le convinzioni del magistrato. Tradotto: saranno portate avanti le contestazioni d’illecito per Doni e Santoni, anche la posizione di Colantuono e Zamagna resta in bilico per una possibile richiesta di rinvio a giudizio. Se fosse così le ricadute sarebbero inevitabili pure per l’Atalanta. Doni (disposto ad ammettere l’omessa denuncia) questa volta si difenderà senza patteggiare. L’avvocato Manco ha chiesto il patteggiamento per gli ex calciatori Passoni e Sala: intesa possibile. Infine, sempre da Bergamo arriva la notizia di una prossima class action da parte di alcuni tifosi attraverso il «Comitato calcioscommesse»: pronta la richiesta di risarcimento danni ai giocatori con la costituzione a parte civile.