07/04/2015 13:46
GASPORT (A. PUGLIESE / D. STOPPINI) - Più che una gita fuori porta, un giro in banca. Di quelli produttivi, perché sì, è stata una Pasqua giallorossa. La vittoria con il Napoli ha dato una spallata alle rivali per la prossima Champions: +7 sulla Fiorentina quarta e il vantaggio nello scontro diretto, valgono una discreta tranquillità per la Roma di aver in mano il ticket della massima competizione europea. L’approdo ai playoff di agosto, almeno quello, pare in banca, al netto della volata con la Lazio per il secondo posto. Che non ci sia da festeggiare, è concetto valido per i giocatori come per i tifosi, che immaginavano ben altre prospettive in questo finale di campionato. Ma vallo a dire alla società, che lo scudetto se lo gioca qui. Che il futuro se lo costruisce anche (se non soprattutto) con i 50 milioni di euro — 49,2 per l’esattezza — che una qualificazione alla Champions porta in dote.
PIÙ FORZA Tanto la Roma ha ricavato dall’ultima partecipazione europea. Soldi buoni per la continuità aziendale e per i fuochi d’artificio sul mercato. Che poi siano fuochi riusciti, è altro discorso. Di sicuro c’è che la Champions regala forza sul mercato. Prendi il discorso cessione, l’ipotetica partenza di un big: Pjanic, Ljajic (su cui pende una clausola di svincolo superiore ai 20 milioni), Nainggolan (da riscattare), questi i nomi intorno ai quali la parola addio scatterebbe automatica in caso di arrivo dal quarto posto in giù. Ecco, ora la cessione diventa una possibilità, non una necessità. Non significa che un big non partirà, ma che piuttosto sarà proprio la Roma a valutare eventuali offerte e a decidere se una cessione sarà funzionale per nuovi investimenti.
DA DZEKO AD HANDANOVIC E così, mentre Pjanic non smette di chiacchierare del mondo Roma con l’amico Dzeko, e mentre Ljajic fa lo stesso con Jovetic, va innanzitutto messo a fuoco il discorso portiere. È l’emergenza della Roma, perché De Sanctis ha già apparecchiato un futuro prossimo di dodicesimo, e perché Skorupski non regala le giuste garanzie. Handanovic, Sirigu, il francese Ruffier, il vecchio pallino Neto: tutte piste valide. Ma negli ultimi giorni è spuntata anche la candidatura di Lukasz Fabianski, polacco ex Arsenal, ora allo Swansea, fatto seguire dalla Roma. «Preferisco restare in Premier», ha però fatto sapere il portiere. Ecco perché allora l’obiettivo numero uno resta Handanovic.
OCCHIO ALLA DIFESA A questo punto, se poi Champions sarà, la priorità diventa rinforzare una difesa sicuramente non all’altezza della massima vetrina europea. Il primo passo sarà capire se si potrà contare o meno su Maicon, dovendo quindi investire eccome sugli esterni di difesa. Uno per lato, con la Roma che tiene sotto occhio i torinisti Bruno Peres (per cui Sabatini ha già offerto 8 milioni, ma Cairo ne vuole 13 e c’è anche il Napoli) e Darmian, oltre a Digne (pallino di Garcia) e Maxi Pereira. Considerando poi che al centro tornerà Romagnoli, che Astori e Spolli molto probabilmente non verranno riscattati e che si spera che Castan torni ai suoi massimi livelli, serve comunque un altro centrale che potrebbe essere Younes Kaboul, il franco-marocchino in scadenza con il Tottenham.
MANOVRE OFFENSIVE Poi si lavorerà dalla cintola in su. C’è da decidere se riscattare o meno Nainggolan, per il quale l’opzione Premier resta però più che un’idea. In entrata occhi su tre svincolati: Mavuba, Ayew e Milner. Capitolo Ibarbo: si cerca lo sconto per Ibarbo, per cui la Roma dovrebbe sborsare altri 12,5 milioni. E poi c’è la trattativa che Sabatini ha già avviato con Luiz Adriano. Destro permettendo, ovviamente, perché dovesse tornare a Roma allora tutti i discorsi sarebbero molto più complicati. Anche con 50 milioni in più in cassa.