Garcia: «Roma senza alternative. Pallotta per noi è una benedizione»

19/04/2015 15:29

CORSERA (G. PIACENTINI) - Se per caso qualcuno avesse avuto dubbi sul pensiero di riguardo alle polemiche tra una parte della tifoseria e il presidente James Pallotta, ieri il tecnico francese ha fatto definitivamente chiarezza, senza correre il rischio di essere male interpretato. «Il presidente – le sua parole – è una benedizione: fa sempre tutto per portare in alto i colori della Roma, ha sempre difeso il suo club, lottando per uno stadio dove i genitori possano portare i propri bambini. Voglio ricordare che non è lui ad aver squalificato la Sud, anche se io preferisco sempre giocare con uno stadio pieno. Non avere la curva è una cosa brutta, uno svantaggio».

Tifosi o no, la Roma non può permettersi un risultato diverso dalla vittoria oggi pomeriggio contro l’Atalanta all’Olimpico. «Per noi non ci sono alternative, dobbiamo vincere. Tra i miei giocatori non ho sentito nessuno parlare del terzo posto e mi sembra il modo migliore per affrontare la partita. Sono tutti motivati, il risultato di -Lazio non mi interessa, perché per noi non cambia nulla, siamo obbligati a vincere. Il derby? È molto lontano, nelle ultime 3 partite abbiamo preso 7 punti su 9 ed è una tabella di marcia abbastanza buona. Ora vogliamo fare 10 su 12 e non conta nulla pensare ad altre gare. Usciremo con i tre punti perché è l’unico obiettivo che abbiamo».
Per ottenerlo bisognerà superare la resistenza dell’Atalanta, che non è ancora del tutto fuori dalla lotta per la salvezza e che cercherà in ogni modo di strappare almeno un punto. «L’Atalanta è una squadra che ha fatto passi da gigante vincendo l’ultima partita contro il Sassuolo. Sono difficili da affrontare ma mi aspetto di vedere una bella Roma».
Non ci saranno molti giocatori, fermi ai box per infortunio, una costante che ha dovuto fronteggiare per tutta la stagione. Il reparto medico è finito sotto accusa e i cambiamenti annunciati da Pallotta dovrebbero riguardare anche questo settore. Il caso
è emblematico. «Mi aspettavo che rientrasse prima, il problema è che fa un passo avanti e due indietro: mi auguro che torni presto. Le analisi le faremo a fine campionato, non servono adesso. In una stagione c’è tutto, fatalità e responsabilità, ma non è il momento di parlarne. Ora pensiamo solo a chi può giocare: l’infermeria è ancora piena, ma non deve essere un alibi»