25/04/2015 15:33
GASPORT (D. STOPPINI - L. TAIDELLI) - Insieme in tribuna probabilmente non li vedremo mai. Perché Erick Thohir vive a Giacarta e un problema personale lo ha costretto ad anticipare il ritorno in patria. James Pallotta invece ha residenza a Boston, in Italia si vede poco anche se in settimana ha spedito a Roma il fidato Alex Zecca per controllare cosa c’è che non va.
SITUAZIONI PARALLELE - Eppure i punti in comune tra i presidenti di Inter e Roma non mancano certo. In primis, aspettando gli sviluppi cinesi in casa Milan, sono gli unici proprietari stranieri in Serie A. Poi stanno facendo entrambi i conti con un mondo particolare come quello dell’italico pallone. Thohir invoca cambiamenti strutturali (A ridotta a 18 squadre, rose di 25 elementi, anticipi succosi a pranzo, quando in Asia è primetime ), Pallotta ha avuto il coraggio di zittire gli ultrà colpevoli di aver esposto gli striscioni di Roma-Napoli, arrivando a definirli «fucking idiots» e di fatto dando spazio a una contestazione — per ora limitata nei numeri — nei suoi confronti. Perché in fondo un peso deve averlo avuto pure il curriculum sportivo dei due, entrambi con partecipazioni in squadre pro Usa: Thohir con i Dc United, Pallotta con i Boston Celtics. Peraltro hanno pure scelto la stessa via finanziaria per cercare di sistemare i conti: una newco dove far confluire tutti i debiti. Innovativa — per il nostro calcio — operazione di architettura finanziaria messa in atto da Thohir e copiata da Pallotta.
NEL MIRINO UEFA - I due presidenti però condividono anche il fatto di essere nel mirino dell’Uefa causa fair play finanziario per il rosso negli ultimi tre bilanci: -180 milioni per i nerazzurri, -100 per i giallorossi. Entrambi i club conosceranno il proprio destino il 5 maggio. La Roma rischia una riduzione a 23 giocatori (non 25) della lista Uefa, con obbligo di non sforare certi parametri nel prossimo mercato, oltre a una multa: per la verità, a Trigoria si aspettano solo quest’ultima sanzione, pronti a ricorrere in caso di pena più pesante. Per l’Inter è invece prevista una multa più salata, una rosa ridotta a 21 elementi — la prima volta che tornerà in Europa — e comunque un obbligo a fare attenzione ai conti.
ET TORNA A CASA - Thohir è stato costretto a rientrare a Giacarta per questioni familiari. Non vedrà l’ennesimo tentativo dei suoi ragazzi di battere una grande, ma soprattutto sarà costretto a fare per telefono una serie di colloqui delicati per il futuro del club. In primis quello con Massimo Moratti, visto che nel pranzo di martedì non si era parlato di assetti societari. Poi quello con Mancini, per fare un altro punto mercato, visto che per arrivare a certi big occorre affondare il colpo a breve. Poi tutto quello che riguarda stadio, marketing, commerciale e non solo. Thohir dovrebbe comunque tornare a Milano a metà maggio, in tempo per assistere a Inter-Juve, in programma il 17. Non è invece ancora certa la data del prossimo viaggio romano di Pallotta. Né quella della prossima chat con i tifosi: nell’ultima, 10 giorni fa, dichiarò guerra ai suoi contestatori. Il clima in città intorno a lui è cambiato: c’è chi, per criticarlo, non gli concede neppure più l’alibi di aver ereditato una posizione economica difficile dalla precedente gestione. Storie italiane, forse solo una (passeggera) crisi di rigetto.