15/04/2015 16:07
IL MATTINO (G. COVELLA) - «Ringrazio Dio. Finalmente si farà luce su quello che è accaduto il 3 maggio 2014. È giusto che i responsabili della morte di Ciro paghino per ciò che hanno fatto». Le parole di Antonella Leardi alla notizia che la Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per Daniele De Santis, accusato della morte di Ciro Esposito esprimono la tensione accumulata negli ultimi giorni, seguiti alle polemiche dopo gli striscioni affissi contro di lei all'Olimpico.
Il 28 aprile a Roma ci sarà l'udienza preliminare del processo a carico di Daniele De Santis. Come si sente?
«Era una notizia che attendevo da tempo. Oltre a ringraziare Dio che ci segue e ci illumina ogni giorno, mi sento in dovere di dire grazie ai miei legali e a tutte le persone che stanno lavorando da mesi per la morte di mio figlio».
Che cosa si augura con l'inizio del processo per l'assassino di Ciro?
«Che finalmente si faccia luce su quanto è avvenuto quel maledetto giorno a Tor di Quinto. Ho sempre dato piena fiducia a chi ha condotto le indagini e continuerò a darne fino al 28 aprile».
Lei auspica che la giustizia faccia il proprio corso. Cosa chiede a questa giustizia?
«Non ho mai voluto vendette. Sin dal primo giorno ho chiesto di sapere la verità. E ho perdonato chi ha ucciso mio figlio. Quel che voglio è semplicemente che i responsabili della sua morte paghino».
"Ciro Vive" è il titolo del libro che lei ha presentato a Scampia, dove suo figlio era nato e cresciuto fino a 29 anni. Che messaggio ha dato ai giovani dopo aver saputo del rinvio a giudizio per De Santis?
«"Ciro Vive" è anche il nome dell'Associazione che io e mio marito Giovanni abbiamo fondato per aiutare i bambini degli ospedali, delle case famiglia, i figli delle ragazze madri e tutti i minori che soffrono per un disagio. Ecco a cosa servono le raccolte fondi che avviamo. Così rispondiamo a chi ci accusa di lucrare sulla nostra tragedia. Anzi lancio un invito ai miei detrattori: venite con noi negli ospedali e in tutti i luoghi dove negli occhi di genitori e figli leggiamo sofferenza e povertà».
Assieme a Daniele De Santis però quel 3 maggio di un anno fa c'era qualcun altro. Il suo legale Angelo Pisani ha parlato di "invisibili" che nell'agguato a Ciro sarebbero stati suoi complici. Cosa vorrebbe dire a queste persone?
«Chiedo loro che si diano un nome e un volto e che possano pentirsi davanti a Dio per ciò che hanno fatto. Li perdono ma vorrei che lo facessero per mio figlio e per tutti i giovani che sono il futuro di questa società».
Andrà a Roma il 28 aprile per assistere all'udienza preliminare?
«Sì. E' mio dovere. Prima di tutto come madre di Ciro, ma anche per tutti i figli del mondo».