07/04/2015 13:34
IL TEMPO (G. GIUBILO) - Non si ferma la corsa alla speculazione su chi non c’è più. Sui lutti, sugli affetti familiari calpestati e, purtroppo, anche sfruttati dagli avvoltoi puntualmente in agguato, tutto da verificare il livello della buona fede e dell’altruismo e quello degli interessi personali. Offensiva nei confronti della Roma, con pretese di interventi istituzionali e l’immancabile appello alle forze politiche, che di questi tempi avrebbero problemi più seri dei quali occuparsi. La società non avrebbe neanche l’esigenza di giustificarsi o di dare una sua interpretazione della vicenda. Per una ragione molto semplice: la Roma nulla ha a che dare con la tragedia che è costata la vita a Ciro Esposito, quel giorno all'Olimpico giocavano Napoli e Fiorentina.
E dunque era estranea perfino quella frangia del tifo giallorosso nei confronti della quale la società ha più volte preso posizione con durezza, per ribadire che non esistono legami tra la Roma e quei presunti sostenitori ai quali è stato negato, giustamente, un ruolo da protagonisti. Ricordiamo ancora con gratitudine l’atteggiamento di Rudi Garcia nei confronti dei cialtroni giunti a Brunico con striscioni offensivi di produzione industriale.
Promotore della crociata l'avvocato della famiglia Esposito, Angelo Pisani. Che è anche il legale di Diego Maradona, titolare della «mano de Dios», il più ignobile gesto di disonestà che sia sia verificato nella storia dello sport mondiale. Già largamente assolta dal comunicato del Viminale sull'impossibilità di impedire l’arrivo di scritte offensive nello stadio, la Roma ha da opporre la forza della logica, che recita: «Che c'entriamo noi con la tragedia di Ciro Esposito?».
Tutto il resto è stato il prodotto di un concorso di caccia al tesoro sfruttando la morte di un ragazzo, di limiti culturali che hanno consigliato iniziative letterarie discutibili, infine dall'ignoranza di chi ha voluto creare danno alla Roma con gli striscioni che per due minuti hanno avuto visibilità all'Olimpico. Gli autori, purtroppo, non sono passibili di arresto, ma forse una causa civile per danni potrebbe indurli alla cautela. Molta invidia per gli stadi inglesi con tanto di celle nelle quali i teppisti sono indotti alla meditazione.
A Ciro Esposito è giusto guardare col rispetto dovuto alle vittime innocenti, sua madre ha cavalcato l'onda della generale indignazione. Adesso sarebbe giusto dire che una sorta di consolazione alla famiglia è arrivata, tentare di mettere in atto ulteriori iniziative, non proprio dettate da nobiltà di intenti, meriterebbe il disprezzo di tutte le persone civili.