Roma, sciopero del tifo. Pallotta e gli ultrà sempre più lontani

17/04/2015 14:24

CORSERA (G. PIACENTINI) - Applausi dalle istituzioni e insulti dalla parte più dura della tifoseria. Non si placano le reazioni alle dichiarazioni del presidente della Roma, James Pallotta, che dopo aver deciso di non presentare ricorso contro la della in seguito agli striscioni offensivi esposti nei confronti della mamma di Ciro Esposito, ha puntato il dito contro una frangia di tifosi giallorossi, accusati di «gettare m... e di pensare solo ai propri interessi», invocando un radicale cambio di cultura sportiva.

Una presa di posizione che ha inasprito ancora di più i rapporti, e che come prima conseguenza porterà allo sciopero del tifo in occasione della gara che domenica pomeriggio la Roma giocherà contro l’Atalanta: un match che si disputerà in un Olimpico semideserto a causa della decisione di buona parte dei tifosi di non entrare in segno di solidarietà con gli «squalificati» della , che si sono dati comunque appuntamento nei dintorni dello stadio. «Domenica ore 13 — si legge nel comunicato firmato Ultras della Roma — tutti allo stadio per far sentire la nostra voce. Chiunque non si sentisse un fottuto idiota (il riferimento è alle parole utilizzate da Pallotta, ndr) sarà ben accetto». Una situazione che preoccupa il Gos (Gruppo operativo di sicurezza) che si riunirà oggi per studiare le misure da adottare dentro e fuori dallo stadio. Ciò che emerge in maniera netta, è la frattura tra la tifoseria e il presidente giallorosso, che ha visto associato il suo nome a ogni tipo di insulto nelle scritte apparse in molte zone di Roma: «Pallotta boia» (firmata Roma) è solo l’ultima, in ordine di tempo.

Di ben altro tenore, invece, le reazioni provenienti dalle istituzioni. Dopo i complimenti di Carlo Tavecchio e di Giovanni Malagò, ieri il manager americano ha incassato il sostegno del capo della polizia Alessandro Pansa, che durante il convegno «Vivere lo stadio, una passione a rischio?» a cui ha partecipato anche il capo dell’Osservatorio per le manifestazioni sportive Alberto Intini, ha usato parole durissime verso il mondo del tifo. «Gli ultrà sono molto simili ad altre associazioni criminali. Ci sono tifoserie violente che perseguono interessi diversi, personali ed economici. La posizione di Pallotta è quella corretta di un presidente, la legalità non teme nulla, neanche le ritorsioni, e anche i calciatori devono decidere da che parte stare». Presente al convegno anche Maria Grasso, la vedova dell’ispettore di polizia Filippo Raciti, ucciso otto anni fa durante gli incidenti prima del derby Palermo-Catania. «A livello culturale è cambiato poco. Gli striscioni contro la mamma di Ciro Esposito mi hanno fatto male, conosco il dolore, preferirei il rispetto nei confronti dei familiari». Toni più soft li ha usati l’allenatore della Roma, So bene però che quando si sta in gruppo si possono seguire cattivi esempi, ma quando si ama una squadra bisogna supportarla sempre»), mentre il presidente della Lazio Claudio Lotito sposa in pieno la linea del collega Pallotta. «Ha ragione, ma lo dico da dieci anni».