19/05/2015 13:37
GASPORT (M. CECCHINI / M. IARIA) - Non fatevi ingannare dall’ora (17.24) in cui è stata battuta la prima agenzia che ufficializzava lo spostamento del derby della Capitale a lunedì 25 maggio alle ore 18. In realtà la notizia era nell’aria da domenica e quello che ha fatto perdere tempo è stata la trattativa con il Viminale per cercare un’ora che potesse accontentare meglio tifosi e tv – la notturna sarebbe stata gradita – senza ostacolare il lavoro dell’ordine pubblico. E così, almeno su questo fronte, si è trovata una mediazione. Sul merito invece, soprattutto agli occhi dell’opinione pubblica romanista, ha vinto Claudio Lotito, presidente della Lazio, che ha ottenuto un giorno in più di riposo per la sua squadra, impegnata domani nella finale di Coppa Italia contro la Juventus.
«NESSUNA MOTIVAZIONE» Inutile dire che l’amarezza della Roma è grande, ma non solo per il giorno in più di riposo concesso ai rivali, bensì per il senso di sfaldamento delle regole che si respira. «Quando giochiamo le partite ad oggi lo decide la Lega – dice il d.g. Baldissoni –. Non vedo una motivazione (allo spostamento, ndr). Vi potrei dire che esistono anche gli interessi di un campionato come quello di Serie A, con diritti tv che devono essere venduti in maniera corretta soprattutto all’estero attraendo interesse, e spostare la partita più importante non corrisponde a questo interesse, creando perciò un danno a chi l’ha fatto. Vi potrei dire che potrebbe esistere l’interesse di chi ha comprato il biglietto e che non potrà invece partecipare alla partita. Esiste l’interesse magari di una città a non vedere chiuso un quadrante per motivi di ordine pubblico. Nel calcio poi si è sempre giocato di mercoledì le Coppe e di domenica il campionato senza che nessuno lo abbia ritenuto strano. La Juve giocherà mercoledì e poi addirittura sabato contro il Napoli. Potrei parlare per ore, ma è inutile. Decide la Lega e noi scenderemo in campo per vincere».
DE LAURENTIIS CONTRO Che la grana sia stata grande lo si era capito, tant’è che Maurizio Beretta, presidente di Lega, ha ritenuto di condividerla col consiglio di Lega in «conference call», del quale fanno parte, oltre al vice presidente Galliani, anche Juventus, Inter, Chievo, Atalanta, Fiorentina, Palermo, Torino e Napoli. L’approvazione – poi comunicata al presidente federale Tavecchio – è arrivata a maggioranza, col voto contrario di De Laurentiis. Non sorprende, tanto più che in serata il Napoli ha richiesto ufficialmente alla Lega di giocare contro la Juve in contemporanea con il derby. Come le romane, infatti, anche Benitez è in corsa per la Champions e così sembra chiaro – avendola come avversaria al San Paolo nell’ultima giornata – che la rivale più abbordabile sia stata individuata nella Lazio, pronta però a utilizzare un giorno di riposo in più. I partenopei, d’altronde, hanno il vantaggio di poter giocare sabato con una Juve con tre soli giorni di riposo dopo la finale di Coppa Italia, ma lo svantaggio di far sapere in anticipo il risultato del proprio match alle romane, tant’è che sui social alcuni tifosi napoletani temono un accordo-derby sul pari.
LA LEGA E I PRECEDENTI Detto che una delle condizioni per accettare la richiesta della Lazio è stata l’obbligo del rimborso biglietti per chiunque lo richiedesse, sul fronte Lega si respira una apparente serenità. La decisione viene spiegata grazie a precedenti simili che in passato ci sono stati. «Nelle ultime stagioni sono stati numerosi i casi analoghi, per portare gare di campionato a una distanza di 5 giorni da impegni precedenti o successivi di coppe europee». Questi gli esempi citati: Milan-Roma di lunedì 16 dicembre 2013 (i rossoneri avevano giocato in Champions il mercoledì precedente e la Roma non era impegnata in settimana); Milan-Bologna di venerdì 14 febbraio 2014 (i rossoneri giocavano in Champions il mercoledì successivo); Napoli-Cagliari di venerdì 9 marzo 2012 (gli azzurri giocavano il mercoledì successivo in Champions); Lazio-Udinese di martedì 27 novembre 2012 (entrambe erano state impegnate in Europa League il giovedì precedente); Juve- Napoli di venerdì 1 marzo 2013 (i bianconeri giocavano in Champions il mercoledì successivo). E allora, visto che si considera la finale di Coppa Italia alla stregua di grandi partite europee, si è concesso lo spostamento. Perciò alla fine questo è il quadro degli altri anticipi e posticipi. Sabato: Juve-Napoli (18) e Genoa-Inter (20.45). Domenica: Empoli-Samp (12.30), Fiorentina-Palermo (spostata alle 15) e Milan-Torino (20.45). Tutti contenti? Non proprio, perché anche altri club avrebbero desiderato la contemporaneità per i loro obiettivi piccoli e grandi, ma la Lega ha sottolineato come il tempo di quel tipo di calcio è finito. Questa è l’epoca del pallone spezzatino con tutto quello che comporta. Insomma, così è se vi pare. E alla fine pare che vada bene a tutti o quasi.