Champions a doppia mandata. Astori fa traslocare Mapou

07/05/2015 14:39

GASPORT (D. STOPPINI) - Non ci fosse stata la che gli ha fatto saltare la sfida contro l’Inter, persa per 2-1 a San Siro, sarebbe stato percorso netto. Otto presenze su 9 gare, è lo score personale di Davide Astori subito dopo la sfida con la , quella che di fatto ha archiviato definitivamente anche le ultime speranze tricolore della Roma. Da allora Astori ha ripreso a correre, con l’unico grande obiettivo di convincere la Roma a riscattarlo. Servono 5 milioni di euro, non pochi. Ecco perché in queste 4 partite il centrale bergamasco si gioca l’all in, a cominciare dalla sfida al suo passato: il Milan, il club in cui è cresciuto.

STRANO EX - Già, proprio il Milan. Astori lì ci è arrivato dal Ponte San Pietro, squadra satellite dei rossoneri, e ci è rimasto fino alla Primavera. Poi un paio di esperienze nella vecchia C con Pizzighettone e Cremonese ed il volo a Cagliari, dove è rimasto in comproprietà con i rossoneri fino al 2011, venendo poi riscattato dai sardi per 4 milioni di euro. Nel 2013 Allegri, all’epoca ancora al Milan, ne aveva chiesto il ritorno a casa, adesso a San Siro ci torna con la maglia della Roma. E lo fa probabilmente nel suo momento migliore, che gli ha permesso di accumulare presenze su presenze e guadagnarsi sul campo il posto da titolare al fianco di . Ai danni di Yanga-Mbiwa, nel frattempo relegato in panchina e reinventato da terzino d’emergenza. Astori no, lui ha convinto con i piedi e la maggiore qualità, dopo che proprio con il francese aveva avuto un duro confronto. Successe poco prima del Chievo, la prima partita in cui ritornò titolare. E a rassicurare il centrale lombardo intervenne anche il d.s. . Evidentemente con parole dolci ed efficaci, perché da allora il suo rendimento è andato in crescendo (anche se gli svarioni difensivi non sono mancati, uno su tutto quello che ha portato al rigore trasformato da Denis in casa con l’Atalanta).

PORTAFORTUNA - Mapou Già, Yanga-Mbiwa, l’uomo che sembrava aver messo in un angolo Astori e che invece ora quasi si trova ad inseguirlo. Che poi a un certo punto quasi conviene traslocare, piuttosto che mettersi a discutere col vicino di casa. Se poi il trasloco porta pure fortuna, tanto meglio. È quello che sta succedendo a Mapou, che adesso è diventato il terzino da occasione, meglio ancora dei momenti difficili. s’inventò la mossa in Cesena-Roma: 13 minuti largo sulla fascia, a blindare uno 0-1 pesantissimo in termini di classifica, ancor più per un momento complicato a livello ambientali. Per carità, non che fosse un inedito per Yanga-Mbiwa, che qualche partita nella sua carrera — Tra Montpellier e Newcastle — da terzino l’aveva pure giocata. Ma era un inedito per la Roma e per , che da quel giorno però ci ha preso gusto: 20 minuti col , 8 con il Torino, 23 col Sassuolo, 18 con il . E la Roma è sempre riuscita nel suo intento, quello di non subire gol, portando a casa quattro vittorie e un pareggio. È il simbolo della nuova Roma, quella che bada al sodo, che al posto del caviale ha capito che ogni tanto si può pure campare di pane e prosciutto. In fondo non è più tempo di , non è mai stato tempo di : la va chiesta (anche) a Yanga-Mbiwa e Astori.