20/05/2015 14:03
GASPORT (A. PUGLIESE) - Oltre quattro mesi, in cui è successo un po’ di tutto. Dalla doppia eliminazione subita con la Fiorentina (in Coppa Italia ed Europa League) alla prima volta dell’era-Garcia al terzo posto (è successo a Torino, il 12 aprile, contro i granata), passando poi dall’esordio di Doumbia contro il Parma al gol di Miralem Pjanic contro il Napoli, una rete allo stato attuale pesantissima in vista della volata finale per la Champions League della prossima stagione. È il film del passaggio da un derby all’altro, dal 2-2 griffato con il selfie di Francesco Totti sotto la Curva Sud a quello che andrà in scena lunedì alle ore 18. Un derby che, molto probabilmente, deciderà anche un po’ tutto nella corsa proprio alla prossima Champions League, soprattutto nel caso in cui una delle due squadre dovesse riuscire ad aggiudicarselo.
ALTRA MUSICA Quattro mesi segnati da tanti passaggi a vuoto della Roma e da un derby, quello d’andata, che faceva sognare altri finali alla gente giallorossa. Quell’11 gennaio, infatti, al di là della rimonta firmata da Francesco Totti (da 0-2 a 2-2), la Roma era ancora nella scia della Juventus, a soli tre punti dalla vetta occupata dai bianconeri (con la Lazio, oggi come allora, ad inseguire al terzo posto, ma a -9 e non a -1). A ripensarci, sembra tutto un altro mondo rispetto a quello di oggi, anche se poi i giallorossi sono ancora al secondo posto. Ma l’entusiasmo di allora ha lasciato il campo all’amarezza ed alla depressione (a tratti) di adesso. Da quel derby, infatti, la Roma ha vissuto più dolori che gioie, più ansie che entusiasmi, più contestazioni che abbracci. E solo il prossimo di derby, con tutto il suo carico di emozioni, può provare a cancellare il passato.
QUANTI DOLORI… Da quel 2-2 dell’11 gennaio, infatti, la Roma ha vinto solo sei partite in campionato, pareggiandone invece nove e perdendone tre. Un cammino da medio-bassa classifica, un rendimento che ha vissuto alcune istantanee che resteranno nella mente della gente e dei tifosi. Come, ad esempio, la doppia eliminazione casalinga con la Fiorentina, con Mario Gomez che fa fuori la Roma dalla Coppa Italia e il trio Rodriguez-Alonso-Basanta che la estromette dall’Europa. Quello, probabilmente, è stato il momento più basso di tutta la stagione giallorossa, con i giocatori contestati sotto la curva, tra sputi, accendini ed insulti vari (tra i più turbati Iturbe). Anche se poi all’Olimpico di dolori ne sono arrivati eccome: dal k.o. casalingo con la Sampdoria ai pareggi inopinati contro Atalanta e Parma, partita in cui esordì dal primo minuto Seydou Doumbia, stabilendo il personale record di prendersi i fischi dello stadio per quasi tutti gli 85 minuti in cui Garcia lo ha tenuto in campo. Di certo, pagine amare come amare sono state le due sconfitte di San Siro (2-1 sia contro l’Inter, sia contro il Milan) e il pareggio in casa del Torino. Quella partita la Roma paradossalmente la giocò bene ma l’amarezza fu legata soprattutto al sorpasso della Lazio in classifica ed alla prima volta della Roma di Rudi Garcia sotto il secondo posto (dopo una striscia di ben 68 partite).
… E QUALCHE GIOIA In questi 4 mesi e oltre, però, sono arrivate anche alcuni timidi sorrisi. Uno su tutti, la vittoria conseguita all’Olimpico contro il Napoli, partita che ha riportato i tre punti all’Olimpico a 5 mesi dall’ultimo successo (Roma-Inter 4-2 del 30 novembre 2014). Ma, soprattutto, ha messo un mattone pesante sulla corsa alla Champions. Quella vittoria firmata da Pjanic, infatti, oggi può valere quasi la qualificazione (con una successo del Napoli – che tra l’altro giocò meglio della Roma – oggi la classifica direbbe Lazio e Napoli a 66 punti e Roma a 64). Probabilmente è l’unica vera grande gioia di questi 4 mesi, perché poi le vittorie con Cesena, Sassuolo e Genoa sono state accolte quasi come dovute. Non quella con l’Udinese di domenica scorsa, quella è sembrata quasi una liberazione. Del resto, alle porte c’è proprio il derby e la Roma vuole cancellare tutte le amarezze di questi 4 me