20/05/2015 14:23
CORSERA (L. VALDISERRI) - «Ne ho giocati tanti e so come gestire la tensione, mancano ancora sei giorni». Il derby, per Daniele De Rossi, non sarà mai una partita come le altre. In questo, ancor più che in mille altri dettagli, l’ha sempre pensata diversamente da Zdenek Zeman. Ne ha vinti, ne ha persi (sanguinoso quello in finale di Coppa Italia, nel 2013), ha segnato un solo gol (peraltro inutile), ha visto sventolargli sotto il naso il cartellino rosso, ha vissuto l’emozione fortissima della stracittadina del 26 febbraio 2006 con l’undicesima vittoria consecutiva in campionato.
La presentazione del libro «Dove ti porta il calcio», scritto da Massimo Marianella («De Rossi, se lo vorrà fare in futuro, sarà un grande telecronista»), è l’occasione per fare un giro nel tempo e nello spazio, perché De Rossi, da professionista, veste la maglia giallorossa dal 30 ottobre 2001, quando Fabio Capello lo fece esordire non in campionato ma in Champions League. Un segno del destino per un giocatore dal forte profilo internazionale: «Sono 15 anni che viaggio per giocare e questa, per me, è la cosa più bella di tutte. Mi manca poter visitare bene le città in cui vado per “lavoro”, lo farò quando avrò smesso. Lo stadio che mi ha più impressionato? Direi San Siro. La sua grandezza, la sua maestosità… Già vederlo da fuori fa effetto. Anche i nuovi giocatori che vengono a giocare nella Roma restano un po’ impressionati».
San Siro emoziona, l’Olimpico è la casa: «Ci sono stati momenti della mia vita in cui pensavo di cambiare squadra. Ci sono stati momenti in cui ero indirizzato a fare questo grande passo, ma poi sono rimasto alla Roma. Mi piace girare tantissimo, viaggiare e imparare altre lingue, ma provare a vivere lontano dalla famiglia e dagli amici di infanzia sarebbe stato come tagliare il cordone ombelicale».
L’idolo di gioventù era uno come lui, uno che ha avuto una maglia tatuata sulla pelle per tutta la carriera. Steven Gerrard, però, ha appena lasciato il Liverpool per i Los Angeles Galaxy, dopo 503 partite e 119 gol in Premier League: «È stato per me un punto di riferimento per me, un idolo per quanto ha fatto in campo ma anche, e soprattutto, fuori. Vorrò smettere con la stessa dignità di Gerrard. Voglio allontanarmi da Roma quando sarò ancora forte e fisicamente sano. Il futuro? La Roma è stato il mio grande amore e lo è ancora. Due anni ci mettono poco a passare, ma possono succedere un sacco di cose. Quando mi renderò conto di non essere così brillante, smetterò di giocare e credo che anche io, come Gerrard, avrò il mio tributo». Il contratto di Daniele De Rossi scadrà nel giugno 2017. È il giocatore più pagato della serie A (6,5 milioni netti a stagione, bonus compresi) e questo gli viene continuamente rinfacciato anche da una parte della sua tifoseria. Magari gli stessi che si lamentano che non esistono più le bandiere.