10/05/2015 15:43
IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Nessuno come la Roma, capace di non prendere nemmeno un punto a San Siro. Dopo l’Inter, il 25 aprile, anche il Milan, a digiuno di vittorie dal 4 aprile, riesce a superare i giallorossi con la rete decisiva di Destro, l’ex che è qui in prestito. E con lo stesso punteggio: 2 a 1. La quinta sconfitta in campionato, conseguenza di una prova senza anima e gioco, può incidere sulla volata Champions: il secondo posto è di nuovo in pericolo.
ANCORA FUORI IL CAPITANO - La terza panchina di fila per Totti, dentro solo a metà ripresa, coincide anche con il primo tris calato da Garcia da quando è arrivato a Trigoria. Confermata, dunque, pure a San Siro, la formazione che ha battuto il Sassuolo e il Genoa. Cambia, invece, il risultato. E alla mezz’ora proprio il tridente: Gervinho si arrende dopo uno scatto, sentendo tirare il flessore della coscia sinistra (31˚ infortunio muscolare dell’annata), e lascia il posto a Ljajic che, mai più utilizzato dal 19 aprile (titolare contro l’Atalanta all’Olimpico), va a sistemarsi a sinistra. La Roma, già prima della sostituzione forzata, ha il controllo della partita con il solito 4-3-3 che resta il sistema di gioco preferito del francese, lasciando inizialmente giusto qualche timido contropiede agli esterni Honda e Bonaventura che si appoggiano su Destro. Non è sufficiente, però, per spaventare i rossoneri che, nell’approccio, si dedicano al compitino. Manolas prende il palo di testa, ma è l’unica vera chance della prima parte. Il ritmo è troppo basso e la manovra diventa scontata. Statici Pjanic, De Rossi e Nainggolan, fuori dal coro e dal match Ibarbo e Gervinho, più tardi pure Ljajic. Doumbia aspetta e spera lì in mezzo, magari contando sulla spinta a destra di Florenzi che affonda più di Torosidis.
BLACK OUT IMPROVVISO - L’umiltà e il sacrificio permettono al Milan di restare in partita. Inzaghi si difende con il 4-5-1 e chiede ai suoi giocatori di sistemarsi sotto palla. Più che la prudenza è il pressing a indirizzare il match. Poli, De Jong e van Ginkel, aiutati da Honda e Bonaventura, attaccano i tre mediani giallorossi che perdono spesso palla. Sbagliano De Rossi e Nainggolan. Anche Torosidis, a sinistra, è timido. De Sanctis, dopo aver alzato in angolo il tiro di Honda, salva sul colpo di testa di Bonaventura. Ma quando è Pjanic a offrire la ripartenza, regalando il pallone a Destro, Honda vola via a destra e appoggia bene per van Ginkel che firma il vantaggio, piombando nell’area piccola e festeggiando la prima rete da rossonero. Astori sbaglia il movimento, avanzando per lasciare in fuorigioco gli avversari.
MATTIA COME ADEM - Anche nella ripresa la Roma rimane prevedibile e soprattutto fiacca. Honda affonda di nuovo sulla destra, Ibarbo riesce solo a sporcare il cross che De Sanctis non incertezza e che Destro di testa, saltando più alto di Astori, sfrutta invece per il 2 a 0 dopo un’ora. Adesso ha segnato gli stessi gol di Lajic che è il miglior realizzatore giallorosso: 8 a testa. Garcia ci prova con Iturbe: fuori Ibarbo. Inzaghi risponde con Bocchetti per Antonelli. Bonaventura si pappa il 3 a 0. E’ il momento di Totti e del 4-2-3-1. Esce Pjanic. Si sveglia all’improvviso Iturbe che viene steso in area da de Jong. Il capitano trasforma il rigore concesso da Tagliavento e intuito da Diego Lopez: 11˚ gol al Milan e 8˚ a San Siro contro i rossoneri. Iturbe è il più vivace sulla fascia e il più pericoloso al tiro. Maggio si conferma il mese nero di Garcia: l’anno scorso le tre sconfitte contro il Catania, la Juventus e il Genoa, quest’anno il ko di San Siro. L’unico successo, domenica scorsa, contro l’Atalanta. E’ servito per tornare al secondo posto. Ma stasera c’è Lazio-Inter. La frenata di Milano può costare cara.