23/05/2015 15:54
CORSERA (G. PIACENTINI) - Totti e De Rossi, che ne hanno giocati tanti più di lui, ci hanno messo anni per trovare il giusto equilibrio alla vigilia del derby. Con il tempo sono migliorati, ma non si può ancora dire che siano riusciti a considerare quella contro la Lazio una partita come le altre. E, se non lo hanno fatto loro, non si può pretendere che lo faccia Alessandro Florenzi, il calciatore che dovrà mantenere viva la romanità all’interno della rosa, una volta che i due capitani avranno smesso. Ecco perché chi lo ha visto in questi giorni lo descrive un po’ più nervoso del solito, ma comunque motivato. Lo è ogni volta, nella testa, quando deve affrontare la Lazio. Poi, in campo, le cose non vanno sempre bene.
Quello di lunedì sarà il suo sesto derby tra i grandi: il bilancio parla di una vittoria, 3 pareggi e 2 sconfitte. Che senta troppo questo match lo si capisce anche dalle statistiche personali: Florenzi non è mai rimasto in campo per 90 minuti, né con Zeman, né con Andreazzoli, né con Rudi Garcia, che all’andata lo ha lasciato fuori dalla formazione titolare. Si è riscattato quando, all’inizio del secondo tempo, è riuscito a fornire la scossa alla squadra e dare il via alla rincorsa romanista che si è conclusa con la doppietta (con selfie) di Totti.
Alla Lazio, in serie A, non ha mai fatto gol: una soddisfazione contro i cugini se l’è presa con la Primavera, segnando in un 7-1 (era il 19 febbraio 2011) rimasto storico, nella stagione in cui la Roma ha poi vinto lo scudetto. «Flo» di quella squadra era il capitano. Proverà a cancellare questo zero, pur giocando da terzino: nonostante la possibile convocazione di Maicon, che non gioca dal 3 febbraio scorso (Roma-Fiorentina 0-2 di Coppa Italia), sulla fascia destra toccherà ancora lui, con Torodisis a sinistra. Recuperato Ibarbo, che ha svolto tutto l’allenamento. Ieri la squadra è rimasta a cena a Trigoria, stasera comincia il ritiro.