Garcia fa il Trap, la Roma è seconda

04/05/2015 14:54

CORSERA (L. VALDISERRI) - Il controsorpasso della Roma alla Lazio, dato a Beppone Biava quel che è di Beppone Biava, obbedisce a leggi calcistiche scritte nella pietra, quelle che solo gli eretici del pallone (Michels, Sacchi, Guardiola…) hanno cercato di scardinare. , che deve portare la Roma in , possibilmente 2ª, ha scelto la via dell’umiltà. Prima legge: quando la squadra non è brillante, un centravanti serve. Seconda legge: se soffri, non vergognarti a difenderti con il 4-4-2. Terza legge: se non basta, fatti chiamare Giovanni , detto il Trap, e cambia con Yanga-Mbiwa e con Cholevas.

È così che la Roma ha battuto il , che si è svegliato troppo tardi, e ha conquistato la seconda vittoria consecutiva. Il centravanti della prima legge è Seydou Doumbia che, dopo il gol di testa contro il Sassuolo, ha replicato con un bel gol di piede, da vero attaccante, contro i rossoblù. Azione favorita da un «auto-assist» di Roncaglia, è vero, ma l’ivoriano ha poi dribblato De Maio e Izzo, battendo Perin in uscita.

Il discorso su Doumbia porta con sé quello su , che ieri è rimasto per 90’ in panchina per la seconda volta consecutiva. ha chiarito la sua posizione nei giorni scorsi e lo ha fatto da campione: non sarò mai un peso per la Roma e farò di tutto per aiutare chi porta la maglia giallorossa in campo, in panchina e in tribuna. Negli ultimi due mesi la media punti della Roma senza è nettamente più alta di quella con e la spiegazione è semplice: a 38 anni non si può correre come a 28 e, in questo momento, la Roma deve sacrificare la qualità alla quantità. ha difeso prima ancora di attaccare e ha giocato da terzino, da centrocampista e da attaccante, segnando un gol da fenomeno al 93’: corsa palla al piede per 60 metri, dopo averla sradicata a Tino Costa, e tiro sotto la traversa. A un solo giocatore è permesso difendere poco, ma non è più . È Gervinho. non lo toglie mai, anche se l’ivoriano non segna in campionato dal 30 novembre 2014 (Roma-Inter 4-2). Quasi una professione di fede del tecnico che, comunque, ha un grande merito: ha rinsaldato il gruppo, evitando il ritiro punitivo.

Il ha difeso con il 4-4-1-1 e attaccato con il . È migliorato con Iago e si è divorato il pareggio nel finale con lo sciagurato Lestienne. La ha intonato ancora cori contro il presidente Pallotta. Questa volta, però, dagli altri settori, si sono alzati parecchi fischi.