31/05/2015 15:03
IL TEMPO (A. AUSTINI) - Si è tenuto i sassolini dentro le scarpe per mesi. Ha aspettato di centrare nel derby l’obiettivo Champions, «su cui non ho mai avuto dubbi». Ieri Garcia ha deciso di tirar fuori i suoi reali pensieri sulla stagione che si chiude stasera e, soprattutto, sul futuro a breve termine della Roma. Anche il prossimo scudetto lo vincerà la Juve. Questo, in sostanza, il pensiero di Rudi che stoppa sul nascere i sogni. «Siamo i primi del nostro campionato a 19 squadre – attacca – la Juve è fuori concorso, ha una potenza economica e sportiva superiore a tutti. Ha uno stadio proprio, è in finale di Champions, ha vinto la Coppa Italia, il campionato: è irraggiungibile. Il gap – prosegue l’allenatore giallorosso – sarà superiore il prossimo anno. Loro prenderanno tanti soldi dalla Champions mentre noi saremo limitati dal Fair Play Finanziario. Non cambiamo le nostre ambizioni, io sono qua per vincere titoli e in campionato un incidente statisticamente può succedere ma la logica dimostra che la Juve è fuori concorso da 4 anni».
Secondo Garcia, quindi, bisogna ridimensionare in partenza le aspettative, al contrario di quanto accaduto quest’anno, anche per colpa delle sue dichiarazioni incaute dopo il ko di Torino («vinceremo lo scudetto») che sembra però aver dimenticato. «Il nostro obiettivo era la Champions e non abbiamo mai detto altro. E questo secondo posto non era scontato perché siamo la quinta potenza economica del campionato. Voi invece – dice rivolto ai giornalisti – avete fatto della Roma una candidata per lo scudetto. La stagione ha dimostrato che questo abito è troppo grande per noi. Non serve illudere la gente: c’è grande differenza tra obiettivi e ambizioni. Pallotta è un presidente fantastico ma sa che questa città non si è fatta in un giorno. Per la squadra è lo stesso: per raggiungere la grandezza di Roma c’è bisogno di tempo». I programmi della proprietà li scoprirà direttamente da Pallotta giovedì prossimo in un incontro annunciato dallo stesso Garcia. Martedì Sabatini e Baldissoni raggiungeranno il presidente in arrivo a Londra per un punto generale su tutto il business, mercato compreso , giovedì sarà il turno di Rudi pronto a spostarsi da Parigi. «Quel giorno – spiega il francese, che dopo la conferenza ha pranzato con Sabatini e si è stupito per il rumore scaturito dalle sue parole – avremo più parametri per la prossima stagione. Da quando sono arrivato le cose sono state chiare: noi abbiamo bisogno di vendere prima di comprare e sarà così anche stavolta. Bisogna sapere chi siamo e come voler andare avanti per crescere. Stiamo seguendo la strada giusta, quello della Roma è un progetto tra i più belli al mondo ma non possiamo bruciare le tappe».
L’ultimo sassolino è sui tifosi: «Mi ha sorpreso che ci abbiano contestato nonostante fossimo secondi. Non ci hanno sostenuto quando serviva e non voglio più vivere una cosa del genere, per questo bisogna essere chiari sulle nostre possibilità. Spero saranno immense nel futuro, il prossimo anno ancora no».
La società concorda sui concetti ma avrebbe preferito che il tecnico non parlasse in questo modo pubblicamente: un’uscita considerata in stile Conte o Mazzarri, due tecnici che spesso hanno sottolineato i loro meriti e i limiti delle rispettive società. Da Garcia i dirigenti si aspettano invece che lavori per colmare il gap evidente che c’è con la Juve. Detto questo la Roma andrà avanti con lui, gli affiancherà una nuova struttura per la preparazione atletica guidata dal tedesco Norman e continuerà a far scegliere i giocatori sul mercato a Sabatini. D’altronde, come ha ammesso lo stesso Rudi, «sul mercato la dirigenza è giustamente onnipotente». Dopo Londra sarà il diesse a presentarsi in sala stampa. Non ci annoieremo.