14/05/2015 13:16
IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Numeri e non parole. Nel calcio i primi faranno sempre la differenza. Così, 3 panchine dopo, riecco Totti, centravanti e riferimento della Roma che si giocherà, fino all’ultimo respiro, il secondo posto per l’accesso diretto alla prossima Champions. Come se il tempo si fosse fermato, tocca sempre al capitano metterci la faccia e la firma. A risolvere i problemi di tutti, anche di chi, magari di traverso dietro le spalle o di nascosto nella notte, lo vorrebbe fuori dal campo, o addirittura, dal progetto. Cambiano le società, i presidenti, i dirigenti, i tecnici e i compagni, ma se c’è da aggrapparsi a uno, ci sta sempre lui. A disposizione. A coprire gli errori e le gaffe degli altri. Bisogna, però, ammettere che il limite più grande del club giallorosso è proprio questo: se il più affidabile (spesso il migliore), nelle cifre e nei comportamenti, addirittura nella comunicazione, diretta e divertente, resta il trentottenne di Porta Metronia, sta a significare che attorno è stato costruito davvero poco.
VITA DA BOMBER - All’alba della nuova era americana è stato battezzato pigro. Quando, però, sarebbe servito il centravanti, nessuno è riuscito a individuarne uno, tipo Higuain o Cavani, per far sedere in panchina il capitano, da pensionato felice. A Trigoria sono passati finalizzatori per tutti i gusti: Osvaldo, Bojan, Borini, Destro e, ultimo, Doumbia. C’è chi ha ha sparato a salve. E chi ha fatto più gol di Totti. Per un anno o anche due. In doppia cifra sono finiti solo Osvaldo (due volte, 11 e 16 gol), Destro (13), più Lamela (15) da esterno (con Zeman, però, sono stati capaci un po’ tutti, tranne il neo giallorosso Ibarbo). Francesco, dopo esserci riuscito per 9 stagioni di fila, si fermò proprio nel primo anno con la nuova proprietà e con allenatore Luis Enrique. E nei 3 campionati che hanno preceduto questo solo in un caso ce l’ha fatta (12), prima dell’arrivo di Garcia. Con 37 gol è, però, il bomber del quadrienno Usa. La rete di sabato, su rigore, gli ha permesso di raggiungere Ljajic: sono i migliori realizzatori stagionali del gruppo con 9 gol (7 in campionato e 2 in Champions per il capitano, 8 in A e 1 in Europa Lega per il compagno).
DOPPIETTA DECISIVA - In doppia cifra possono ancora arrivarci entrambi, magra consolazione per l’attacco della Roma, il 7° del torneo. L’ultima doppietta di un giocatore della Roma è lontana ormai quattro mesi. La firmò, l’11 gennaio all’Olimpico nel derby d’andata, proprio Totti. Quei 2 gol, in vista del traguardo, permettono ancora oggi ai giallorossi di essere davanti alla Lazio. Che, per lo scarso rendimento delle punte di Garcia, è superiore nella differenza reti (+ 31 contro + 22). Si torna, dunque, sempre al mal di gol, da risolvere una volta per tutte durante il prossimo mercato.
FLESSIONE NEL RITORNO - Francesco è stato escluso dalla formazione di partenza per tre volte di fila: Sassuolo, Genoa e Milan. Gli era accaduto, per quattro (senza entrare), nella sua 2a stagione in giallorosso (’94-’95), con Mazzone in panchina, dalla 2a alla 5a giornata (e alla 6a in tribuna). A San Siro è entrato a metà ripresa, da trequartista nel 4-2-3-1. Terza sostituzione e sul 2 a 0. Da non crederci. Nel girone di ritorno, utilizzato da titolare in 10 delle 17 gare anche perché altri centravanti in rosa non se ne vedevano (Destro era andato via e Doumbia da riatletizzare), ha pagato la gestione non più oculata di Garcia. Con lui dall’inizio solo 10 punti in 10 match (media di 1 a partita) e senza 14 in 7 (media di 2 e doppio del raccolto). L’infortunio di Gervinho e i problemi fisici di Doumbia, Ljajic e Pjanic lo spingeranno di nuovo in campo contro l’Udinese dell’amico e coetaneo Stramaccioni. Totti (ieri visita d’idoneità al Gemelli) e Iturbe, attaccanti di scorta a Milano, dovranno spingere la Roma nella volata Champions. Gli ultimi (due cambi di San Siro) stavolta saranno i primi.