La Sud chiusa per due turni. E il club attacca il giudice Tosel

01/05/2015 17:11

GASPORT (A. CATAPANO) - L’evento è «intollerabile», certo. «Degno della massima riprovazione e sanzione morale, penale e sportiva », nemmeno la ha dubbi. Ma il club bianconero annuncia ricorso alla Corte d’appello. E la reazione che mostra alla chiusura per due turni del Settore Sud dello Stadium, disposta dal giudice sportivo per punire il lancio della bomba carta nel settore dei torinisti durante il derby di domenica scorsa — unitamente a 50.000 euro di ammenda, stessa cifra comminata al Torino —, è sdegnata fin dall’incipit: «La desidera far rilevare le enormi incongruenze che hanno portato alle decisioni odierne del giudice sportivo... ».

LA RESPONSABILITÀ Non si contesta il fatto in sé. Quello è incontestabile, e oltretutto va detto che Gianpaolo Tosel ha evitato di calcare la mano, pur registrando altri lanci di petardi e oggetti per tutti i 90’, limitandosi a due turni di chiusura, appena uno in più della recente sanzione inflitta alla romanista per uno striscione, e nemmeno dei più ingiuriosi. La sanzione pecuniaria è la più alta prevista dal codice per punire la responsabilità oggettiva della società, vero. Ma il giudice sportivo ha voluto evitare, di fronte a un episodio tanto grave — definito con inusitata durezza «atto delinquenziale per la potenzialità lesiva del materiale esplodente utilizzato » — di concedere attenuanti e/o esimenti della pena. Se lo avesse fatto, il resto d’Italia gli avrebbe dato addosso. La , invece, ne ha contestato l’applicabilità: «... non avendo permesso i dispositivi di sicurezza e le telecamere dello stadio Olimpico di Torino a disposizione delle forze dell’ordine (e in carico alla società granata, ndr) di individuare il o i materiali autori dell’atto delinquenziale », si giunge «alla paradossale vicenda odierna: in assenza del responsabile materiale si punisce, oltremodo, il responsabile, o peggio il presunto responsabile, oggettivo ». È la vecchia battaglia delle società contro una norma che in molti, anche nelle istituzioni calcistiche, vorrebbero cambiare. Ma finché esiste, il giudice ha il dovere di applicarla.

NEL MUCCHIO Inevitabile pure che «vittime» della sanzione finiscano tifosi che non erano all’Olimpico e per colpe di altri non potranno festeggiare lo scudetto juventino (ammesso che non arrivi già a Genova, dove peraltro ai bianconeri è vietata la trasferta). «Il settore Ospiti dell’Olimpico ospitava circa 1400 tifosi — si legge nella nota —, la Tribuna Sud dello Stadium è normalmente occupata da 9800. Ancora una volta si colpisce una folla indiscriminata perché non si è stati in grado di individuare i reali responsabili ». Anche qui, un’annosa e comprensibile contestazione, risolvibile, però, solo quando le società, compresa, collaboreranno attivamente col Viminale per segmentare ulteriormente i settori degli stadi.

SUL SERIO? Infine, l’appunto più capzioso, su una contraddizione solo linguistica, che la rileva a proposito delle indagini della polizia sui lanciatori della bomba: davvero avete ancora qualche dubbio che siano stati gli juventini?