01/05/2015 15:38
IL TEMPO (E. MENGHI) - Nella Roma che cerca di rinascere, Garcia fa le prove per il futuro. Che sarà, prima o poi, senza Totti. Abituarsi all’idea è un compito praticamente impossibile per i tifosi giallorossi, ma necessario per un allenatore, che volente o nolente dovrà costruire una squadra sempre meno legata al suo capitano, ben lontano dal voler essere un problema per la squadra di cui è il primo tifoso. «Personalmente – ha scritto sul suo blog ieri sera – vi posso dire che giocare mi fa chiaramente piacere, però al momento valuto le cose aldilà della mia presenza in partita. La passione mi lega a questi colori, non sono mai stato e mai sarò un problema per la Roma. Applaudirò dal campo, dalla panchina e dalla tribuna i calciatori che indossano ed indosseranno questa maglia. Per questa squadra ho sempre desiderato il meglio». A Reggio Emilia ha fatto da spettatore per 90 minuti, la vittoria ha acceso le luci su numeri che dicono che la Roma ultimamente fa meglio senza di lui e il capitano si è sentito attaccato, perciò ha voluto fare chiarezza su presente e futuro: «Il rispetto verso tutti è importante e non deve mai mancare. Ora bisogna stare uniti se vogliamo centrare il nostro obiettivo, il secondo posto. Con il Genoa ci giochiamo una parte consistente di questo risultato e sono sicuro che assieme ce la possiamo fare. I processi e le decisioni sul futuro rimandiamoli a giugno.
Non ho mai chiesto di cambiare il mio contratto (in scadenza nel 2016, ndc). Proprietà, società ed io siamo sempre stati in sintonia su quest’argomento». Il perché di questo sfogo è nelle statistiche: nella passata stagione il bilancio dei punti a partita con o senza di lui era identico (2,23), quest’anno invece la differenza c’è (1,5 punti in sua presenza, 2,38 quando mancava). Questo non vuol dire che Totti sia il problema della Roma, ma se deve aprirsi una nuova strada in cui non è compreso è meglio che sia vincente. Il primo ad essere d’accordo sarà lui. Gli ultimi tre successi sono arrivati con il capitano in panchina (Sassuolo, Napoli e Cesena), due volte rimpiazzato da Doumbia e una da Ljajic.
Un altro dato rilevante riguarda i ko a cui ha partecipato, 4 quest’anno e altrettanti l’anno scorso, e quelli in cui invece è rimasto a guardare: solo uno, il maggio scorso. Era Genoa-Roma, una gara priva di obiettivi di classifica in cui avevano trovato spazio i giovanissimi Ricci e Mazzitelli. La seconda Roma di Garcia non ha mai perso nelle 13 sfide giocate senza Totti e ha raccolto 11 punti (2 vittorie e tre pareggi) nel girone d’andata e ben 20 (6 vittorie, 2 pareggi) al ritorno. Quello che le statistiche non dicono è che Francesco ha avuto dei problemi fisici che lo hanno condizionato e, soprattutto, che quando ha risposto all’appello si è spesso ritrovato a predicare nel deserto. Colpa dei pochi movimenti degli altri attaccanti. Non può essere lui, a 38 anni, a cercare gli inserimenti in velocità dentro l’area e nei dintorni. Eppure, gli è capitato di farlo, nel derby del «selfie» con la Sud. Guai ad avere la memoria corta.