27/05/2015 13:17
IL TEMPO (A. AUSTINI) - Garcia l’ha preparato alla perfezione, i giocatori hanno stretto i denti e colpito al momento giusto, Pallotta ha sofferto davanti al televisore di casa in America, il suo braccio destro Pannes se l’è gustato in Curva Sud. Il derby da Champions è il lieto fine della travagliata stagione della Roma, ora pronta a ricostruire una squadra in grado di lottare davvero con la Juventus.
Felici sì, ma anche realisti. Perché come dice De Rossi la rosa di oggi non basta. Questo secondo posto sarà un’ottima base più economica che sportiva da cui ripartire: una cinquantina di milioni garantiti in cassa, probabilmente più dei 49,1 messi a bilancio nella stagione attuale (ma da ritoccare al ribasso in virtù della finale guadagnata dalla Juve) grazie all’aumento del montepremi Uefa salito a 1,257 miliardi di euro totali. Chi partecipa ai gironi di Champions prende 12 milioni come bonus iniziale, il premio per la vittoria di ogni singolo match sale a un milione e mezzo, il pareggio vale ancora 500mila euro. Più si avanza e più si guadagna (5.5 milioni per chi passa agli ottavi) e va aggiunto il ricco piatto del market pool derivante dai diritti tv (in crescita anche questo a 482,9 milioni complessivi), oltre agli incassi al botteghino. Oro puro per qualsiasi club, compresa la Roma che dovrà rispettare le limitazioni imposte dal fair play finanziario. Pallotta ha già promesso a Garcia che continuerà a investire e lo incontrerà a inizio giugno, quando è atteso per la consegna dei progetti definitivi dello stadio. Intanto Rudi lavora da mesi insieme a Sabatini sugli acquisti e le cessioni da fare. I due non hanno mai realmente pensato di andar via e il sollievo del derby dovrebbe spazzare via gli ultimi dubbi di entrambi. Prevista invece una mini-rivoluzione tra preparatori, medici e fisioterapisti.
Preso il baby paraguaiano Sergio Diaz nell’ottica degli investimenti per il futuro (fare plusvalenze resta una «mission» della società), Sabatini ieri è tornato subito a Milano dove c’è da risolvere il nodo delle comproprietà. La più spinosa riguarda Nainggolan: il Cagliari chiede 15 milioni per la seconda metà del cartellino, la Roma non vorrebbe pagarla più di 11-12 e ha provato a inserire Viviani nella trattativa, ma il giovane regista si è già promesso al Palermo. Nell’affare, che ora seguirà il nuovo diesse dei sardi Capozzucca in ottimi rapporti con Sabatini, ballano anche i riscatti di Astori e Ibarbo. La Roma ha un accordo di massima per tenere il difensore pagando altri 4 milioni dopo i 2 del prestito (sconto di 1 milione) e vorrebbe rinnovare il prestito di Ibarbo. Lo farà soltanto nel momento in cui sarà sancito l’accordo con Nainggolan. Dietro al belga, oltre alla Juve, si muovono Atletico Madrid e Borussia Moenchengladbach. Considerato che Radja è felice di restare ma ha chiesto uno stipendio da 3.5 milioni, non si può escludere che la Roma lo riscatti e poi valuti le offerte. L’altra comproprietà rilevante è quella di Bertolacci: Sabatini intende riscattarlo e oggi incontra il Genoa che chiede 7.5 milioni. Troppi. La situazione a centrocampo: Keita è orientato a rinnovare, De Rossi resta, Pjanic dovrebbe imitarlo, Uçan idem mentre Paredes può partire in prestito. Considerate le condizioni precarie di Strootman serve almeno un nuovo innesto.
Quanto alla difesa, torna alla base Romagnoli aspettando di capire il recupero di Castan. A prescindere, Sabatini progetta l’acquisto di un centrale di prospettiva, mentre sulle fasce servono due titolari. Bruno Peres l’obiettivo a destra, c’è già l’accordo col giocatore e manca quello col Torino. Baba sarebbe il preferito a sinistra ma l’Augsburg ha chiesto 22 milioni. Balzaretti lascia, Cole parte e Maicon riflette sul da farsi. De Sanctis, invece, ha già deciso di rimanere e giocarsela con il nuovo portiere in arrivo.
In attacco va piazzato il rientrante Destro, si valutano offerte per Ljajic, Gervinho e Doumbia. Garcia vuole un centravanti e un esterno: Luiz Adriano e Bacca nomi buoni per la prima casella, Ayew (già bloccato) e Konoplyanka vanno bene, tra i tanti, per la seconda.