26/05/2015 15:15
IL TEMPO (G. GIUGBILO) - Nel suo stadio, dipinto in maggioranza di biancoceleste, si consuma il dramma della Lazio. Dovrà giocare al San Paolo uno spareggio Champions delicatissimo. Perché il derby, contro pronostico ma in linea con la tradizione, lo vince la Roma, sua la promozione diretta nell'élite europea, ultimo turno ininfluente. Garcia sposa la filosofia dell'umiltà, lascia ai rivali il possesso palla e un paio di occasioni, ne esce un primo tempo modesto, dominano i difensori centrali romanisti, poi i tredici minuti da infarto. L'ingresso di Pjanic spacca in due la partita. Al vantaggio di Iturbe mette riparo Djordjevic, ma Yanga-Mbiwa vuole essere protagonista fino in fondo. Il suo colpo di testa riporta avanti i giallorossi il disperato assedio laziale rimane sterile, è soltanto la Roma a festeggiare, questo secondo posto blinda anche il futuro del tecnico, che punisce un pizzico di presunzione dei rivali, grandi favoriti della vigilia. Al di là di uno spettacolo a lungo mancato, la vittoria della Roma non è usurpata, concretezza e volontà a determinare un risultato che forse nessuno osava mettere in preventivo.
Felici i cambi, forzato quello di Keita, logico quello di Totti, mai realmente in partita, decisiva la presa di coscienza dei propri limiti da parte della Roma, che adesso dovrà votarsi a riscattare Nainggolan, ancora una volta sontuoso pilastro del centrocampo. Ma sono tanti a reclamare la ribalta, da Manolas a «Mapou», inatteso derby-winner, la Lazio ha trovato il suo nemico nella pressione che il pronostico le metteva sulle spalle. La Roma può guardare al futuro con serenità, ci sarà molto da lavorare per progredire. Per l'altra sponda, quattro giorni da incubo. Il beffardo doppio palo contro la Juventus che ha trasferito a Torino la Tim Cup, anche se il merito di Storari nella deviazione non va sottovalutato, poi il rinvio della stracittadina fortemente voluto da Lotito, che della sua tracotanza non ha più ragione di sorridere, infine quel risultato a sorpresa, grossa, in una sfida in cui la Roma ha rinunciato al protagonismo per affidarsi alla saggezza tattica, che alla fine ha pagato dividendi sontuosi. Un futuro da delineare secondo il risultato di Napoli, certo che lo stato d'animo renderà ancora più complicato il faccia a faccia con gli azzurri, per ora ancora di Rafa Benitez. La Champions League, nella quale purtroppo parte dalla quarta fascia, imporrà alla Roma una serie di operazioni di mercato di non modesto livello, difficile pensare ai parametri zero o ai giovani acerbi, chiaro che la trattativa con il Cagliari richiederà tutta la sapienza di Walter Sabatini. Ma già avere scansato i preliminari e con quelli avversari rognosi se non addirittura proibitivi, è un vantaggio nella quale l'ultima Roma, spenta e svogliata, non osava più sperare.