Renzi e la gaffe di Belloli: «Figuraccia per l’Italia»

18/05/2015 14:38

GASPORT (M. PAGLIARA) - Carlo Tavecchio ha schiacciato il bottone: per lui l'avventura di Felice Belloli a capo della Lega nazionale dilettanti è da considerarsi conclusa. Sabato pomeriggio, mentre era nella sua Ponte Lambro, si è incollato al telefono e ha chiamato tutti i presidenti dei comitati regionali e i due autonomi di Trento e Bolzano. «Ho dato disposizione di presentare la mozione di sfiducia per Belloli», è il senso della comunicazione netta trasmessa ai presidenti. Non difende ciò che è indifendibile e, dopo aver già bollato come «odioso» l'insulto sessista di Belloli al calcio femminile, ha accelerato i tempi mettendo pressione sulla Procura federale (che ha acquisito gli atti e prepara il calendario degli interrogatori). L'ordine di Tavecchio innesca il conto alla rovescia verso il redde rationem che farà saltare in aria la poltrona di Belloli. Mercoledì, alle 15 a Roma, le 23 componenti della Lnd sono state convocate per il consiglio di Lega. Impossibile non pensare che sarà l'ultimo che Belloli aprirà da presidente Lnd.

SI REGISTRA TUTTO Tavecchio vorrebbe che la mozione di sfiducia fosse accolta all'unanimità: 18 componenti si sono già schierate per il sì alla sfiducia (15 comitati più il calcio a 5, femminile e interregionale), gli altri 5 comitati (Emilia Romagna, Lazio, Umbria, Piemonte e Toscana), tentennano pur non essendo però con Belloli. L'insulto attribuito a Belloli («Basta! Non si può sempre parlare di dare soldi a queste quattro lesbiche») nel verbale del consiglio di dipartimento calcio femminile del 5 marzo e confermato da tre testimoni (i dirigenti Patrizia Cottini, Sonia Pessotto e Dario Fantini), nonostante il fatto che Belloli continui a negare, sarà un punto di non ritorno. Mercoledì non ci sarà bisogno di verbalizzare: i consigli di Lega sono audio registrati, così si eviteranno equivoci e fraintendimenti. La tecnologia sostituisce il protocollo: per la sfiducia basta che uno dei presenti la enunci.

SENZA PANTALONCINI E, ieri, nella giornata mondiale di lotta all'omofobia, è arrivato l'invito del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: «Desidero incoraggiare chi si batte contro ogni forma di discriminazione sull'orientamento sessuale». Duro il Premier Matteo Renzi, che seppellisce Belloli: «Parole deplorevoli. Smettiamola! Il calcio italiano eviti le figuracce degli ultimi giorni». Al Bentegodi, nell'intervallo di Verona-Empoli, le calciatrici dell'Agsm Verona campioni d'Italia hanno esposto lo striscione «Noi donne indignate dall'ignoranza, rispettateci». E di rispetto nel calcio rosa si sono perse le tracce: sabato, a Soverato, per il torneo delle regioni femminile U15, lo staff della rappresentativa della Puglia non aveva il medico, i pantaloncini per tutte le calciatrici e le casacche per le panchinare. Il comitato Calabria era senza pullman. Benvenuti in Italia, nel 2015.