05/05/2015 14:06
CORSERA (L. VALDISERRI) - Dal calcio champagne al lavoro da fabbri. Il copyright è di Rudi Garcia, nelle interviste del post Roma-Genoa. Prima parte: «I giocatori hanno capito che la base è dare tutto. Poi, forse, il calcio champagne tornerà. E, se non torna, l’importante è continuare a vincere fino al termine della stagione». Seconda parte: «Ibarbo ha intelligenza e lavora come un fabbro. Ha aiutato tanto la squadra sul piano difensivo, ma non dimentichiamo che in attacco può fare la differenza. Deve convincersi anche lui che può fare gol e assist, ma per ora è stato molto importante per l’equilibrio della squadra».
Per la prima volta in tutto il campionato Garcia ha confermato gli undici titolari per due gare consecutive. Contro Sassuolo e Genoa sono arrivati sei punti, cinque gol fatti, nessuno subito e il controsorpasso nei confronti della Lazio nella corsa al secondo posto. Tutto perfetto come dicono le cifre? Non proprio. La qualità del gioco, con Totti e Ljajic in panchina, è sicuramente inferiore. Ma la quantità, in questo momento storico, è più importante della qualità. Garcia non è mai stato un allenatore difensivista: nel suo libro racconta di quando mise un giocatore in marcatura a uomo su Juninho Pernambucano come uno strappo alla sua filosofia di gioco. Il tecnico, però, ha fatto i conti con la pareggite, le carte di identità e le condizioni fisiche del gruppo. Ha cercato di mettere in campo insieme Totti e Gervinho, ma ha capito che la squadra poteva reggerne fisicamente solo uno dopo il ciclo Juve-Chievo-Samp, in cui la Roma ha conquistato solo due punti. Per infortuni incrociati non ha più potuto schierarli in coppia fino a Inter-Roma e a San Siro sono arrivate una sconfitta e la sostituzione record di Totti: solo 51’. Ne aveva giocati meno soltanto contro il Bayern la sera del 7-1 (sostituito dopo 45’ per evitargli il disastro totale) e in caso contro l’Empoli (sostituito al 39’ con la Roma in 10 per l’espulsione di Manolas, in occasione del rigore poi trasformato da Maccarone).
Gervinho è diventato l’unico a cui è concesso un rientro difensivo in meno. La prova viene dalla formazione «estemporanea» di Reggio Emilia. Era stato deciso il 4-3-1-2, con Pjanic trequartista e Gervinho-Ibarbo di punta. L’infortunio di Keita nel riscaldamento poteva portare a tre scelte: 1) l’ingresso di Paredes; 2) il 4-3-3 con Totti; 3) il 4-3-3 con Doumbia. La terza, quella che sembrava la meno probabile, è stata la scelta di Garcia. I motivi? Lasciare a Pjanic la regia; avere un «vero nueve» e non un «falso nueve»; tenere Gervinho fresco per le ripartenze. La gara contro il Milan sarà la prova definitiva: con Totti e Ljajic a disposizione, cosa farà Garcia? Non c’è dubbio che la Roma del prossimo campionato dovrà tornare champagne, ma adesso? I numeri non si discutono, ma sono numeri anche i 2 gol di Gervinho e l’unico gol di Iturbe in tutto il campionato. La corsa va bene, ma non è tutto. Dopo il Milan ci sarà l’Udinese: la Lega calcio ha spostato la gara dalle 15 alle 20,45 di domenica 17 maggio.