23/05/2015 14:42
IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Ventuno anni di derby, il secondo di lunedì (l’altro 8 aprile 2013, Hernanes-Totti). E chi se lo perde, penserà Francesco Totti, pronto per la sua quarantesima sfida alla Lazio (35 in campionato e 5 in Coppa Italia). I numeri del capitano della Roma sono ormai noti, quelli nei derby li ricordiamo qui sotto nel grafico. Ce n’è uno particolare: quando fa gol alla Lazio, la Roma non perde. Sue reti inutili nella stracittadina non se ne contano, insomma. Ma la domanda che ci poniamo e altrettanto particolare, proprio come quel dato appena ricordato: è giusto che Francesco Totti il derby di lunedì, lo giochi da titolare? Fa strano porci questi quesiti su un titolarissimo da sempre, però i precedenti (per tre partite Garcia, recentemente, lo ha mandato in panchina) ci invitano a farlo.
PERCHÉ SÌ Ci sono mille ragioni per dire sì, Francesco deve giocare. Deve. Perché non esiste partita che lui senta di più di questa. Perché alla Lazio ha segnato 11 gol, primatista che ha staccato mostri sacri da derby come Delvecchio e Da Costa, i quali alla Lazio hanno segnato tanto e per tanto tempo sono stati lassù in classifica. Perché ancora oggi, a 39 anni da compiere a settembre prossimo, è ancora il calciatore con maggiore qualità, nei piedi e nella testa. Perché c’è il derby di andata (doppietta), non venticinque anni fa, ma lo scorso gennaio, che esiste e gli dà forza. Perché gli avversari, nonostante ciò che vanno dicendo, lo rispettano e lo temono da sempre. Equando si dice che non fa più paura perché è vecchio e malandato, ecco lì, lui vola e ti piazza quella doppietta che ha salvato la Roma da una sconfitta pesante pochi mesi fa. Perché, insomma, Totti è sempre un problema per gli altri, ma a quanto pare - in alcune circostanze - lo è diventato pure per la Roma. Stranezze. Totti è, come si dice in questi casi, nato per il derby, nato per far arrabbiare i laziali, nel bene e nel male, con giocate, comportamenti e dichiarazioni. E quello che si fa il selfie, quello che prende la telecamera e inquadra la Sud, quello che si finge incinto per festeggiare il nascituro Cristian, etc etc. E’ quello che si becca con Cragnotti, con Nesta (per il “vi ho purgato ancora”) con Reja, con Di Canio, con Olimpia (l’Aquila). Insomma, Totti è il derby. Eci deve stare per forza.
PERCHÉ NO Sì, ci sono pure le controindicazioni. Totti non deve giocare. Non deve. Perché in una partita in cui conterà molto la corsa, il contropiede, lui può essere ingoiato da tutti gli avversari, perché più giovani emeglio preparati fisicamente. Perché la Roma in questo momento (a dire il vero da un po’) non viaggia a mille all’ora e la sua qualità andrebbe persa nel vuoto e rischierebbe di fare brutta figura pure da un punto di vista tattico. Garcia ha bisogno di un attaccante da area di rigore e/o velocisti non di uno che va a cercarsi il pallone nella propria metà campo. La posta in palio è troppo alta e Francesco stavolta potrebbe farsi coinvolgere dall’aspetto emotivo, senza riuscire a evitare i condizionamenti che un derby produce nel genere umano, figuriamoci nel genere romanista, e magari penserà pure che tutto questo avverrà in uno degli ultimi suoi appuntamenti contro la Lazio. Ci vuole gente all’altezza, fisicamente e psicologicamente e Totti potrebbe non esserlo al cento per cento. Forse questa volta, la sua presenza potrebbe essere più utile a partita in corso, un po’come è successo a San Siro con il Milan, quanto è entrato e la squadra si è svegliata. Gioca non gioca, meglio di si, meglio di no. Il dibattito è aperto e i dubbi oggi colgono la maggioranza dei tifosi giallorossi. L’unico che avrebbe la risposta pronta è Totti stesso. Chissà quale...