LA REPUBBLICA (M. PINCI) - Nell'immaginario comune dovrebbe essere una sorta di serbatoio per le grandi. Da qualche anno però sembra piuttosto un esilio. Il campionato di serie B, il campionato degli scandali, delle partite comprate e vendute, del calcio scommesse, è soprattutto il campionato dei calciatori italiani. Lì dove non batte il sole della serie A, troppo impegnata nell’applicare freneticamente la vocazione all’import, germogliano talenti senza che nessuno o quasi nelle grandi città se ne accorga. In A il 55 per cento dei giocatori viene da fuori, Conte fatica ad ogni convocazione un po’ di più per trovare nuovi talenti utili a ravvivare il suo azzurro sbiadito. In B non guarda nessuno di loro, eppure qui il 72 per cento dei protagonisti è fatto in casa: dei 660 giocatori scesi in campo, 476 sono a tutti gli effetti eleggibili per la Nazionale. Quasi superfluo dire che nelle ultime chiamate, però, non ce ne fosse nemmeno uno.