04/06/2015 01:43
REPUBBLICA.IT (M. MONTI / M. PINCI) - Rudi Garcia da oggi è un po' più solo. Centocinquantacinque punti in due campionati, due secondi posti dopo un biennio in cui la squadra non aveva mai centrato l'accesso alle coppe europee. Eppure la Roma sembra sfuggirgli di mano. L'ultimo colpo è arrivato da Londra: l'allenatore francese non parteciperà al summit britannico con il presidente e il direttivo del club al completo. In fondo, anche in conferenza aveva parlato genericamente - per tutelarsi, forse - di "un appuntamento importante giovedì a Londra con il presidente", non della propria certa partecipazione. Per discutere di business il dg Mauro Baldissoni è atterrato in Inghilterra già dalla serata di martedì, per un primo punto informale con il numero uno del club. In queste ore è atteso l'arrivo di Walter Sabatini, che verrà messo al corrente della disponibilità economica per il mercato. Pallotta non pensa di esonerare Garcia, con cui vorrebbe incontrarsi la prossima settimana a Roma. Eppure questo tassello chiude un quadro già chiaro: dal preparatore al medico, fino agli uomini di fiducia sul rettangolo di gioco, la Roma gli appartiene sempre di meno.
VIA MEDICI E IL "SUO" PREPARATORE: GARCIA SEMPRE PIU' ISOLATO - Altro che "il Ferguson della Roma", come era stato presentato un anno fa al momento del rinnovo di contratto. Adesso, invece, l'allenatore che sperava di fare il manager per un lungo corso si ritrova isolato nel ruolo di semplice dipendente. E' evidente al punto che quando Pallotta ha saputo che il tecnico avrebbe voluto partecipare alla riunione londinese, ha detto no: si parlerà solo di sviluppi aziendali, per questo non è necessaria la presenza dell'allenatore. Evidente che su quelle strategie il tecnico non avrà voce in capitolo: chissà come avrà preso tutto ciò Rudi Garcia. A Trigoria, prima di partire per Parigi, ha accettato senza voce in capitolo altre due novità: il cambio dell'intero staff medico (con cui però non aveva rapporti fortissimi) nelle persone del responsabile Colautti e il vice Sisca, che aveva già deciso di farsi da parte per accettare la chiamata di un altro club. Ma soprattutto l'allontanamento del fedelissimo preparatore Rongoni, voluto un anno fa, difeso per tutta la stagione, salvo vederlo immolare sull'altare dei sacrificabili a causa dei tanti infortuni. Al suo posto arriva Darcy Norman, canadese scuola Exos che ha avuto totale carta bianca dal presidente: potrà spendere per macchinari e strumenti, circondarsi di collaboratori fidati e soprattutto creare una struttura che possa sopravvivere all'eventuale avvicendamento delle gestioni tecniche.
IN PARTENZA I FEDELISSIMI - Insomma, Garcia non potrà scegliere un preparatore di fiducia, né oggi né in futuro. Semmai, rischia di assistere alla diaspora dei suoi fedelissimi: Gervinho potrbbe partire, il club lavora per fargli accettare l'offerta dell'Al Jazira, che alla Roma garantirebbe un cash di 14 milioni di euro. In uscita segnalato anche Ljajic, sulla cui crescita il tecnico ha investito molto. E anche Doumbia - che a gennaio Garcia ha preferito a Konoplyanka, con cui il club aveva raggiunto un'intesa - dovrebbe andare via. Come prenderà il tecnico tutto ciò? Resterà in sella? Non resta che aspettare.