23/07/2015 15:17
CORSPORT - «Per me è cominciata una stagione speciale. Mi sento ogni giorno meglio e voglio che questa possa essere la migliore stagione della mia vita. Voglio dare il meglio di me in campo per aiutare i compagni. Loro sanno che possono contare su di me, sono carico, darò il cento per cento». Leandro Castan si mostra ambizioso riguardo la prossima stagione, che segna il suo ritorno in campo dopo il calvario della scorsa annata.
Il difensore brasiliano, ora in tournée con la Roma in Australia, ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano sportivo. Tanti gli argomenti affrontati, tra cui, inevitabilmente anche il suo stato di forma: «Dalla prima partita, nella quale mi ero un po’ perso dentro il campo, ho fatto molti progressi. Quelli contro il Real e il City sono stati bei test anche a livello di concentrazione. Credo di essere andato bene e sono molto contento delle mie prestazioni. La principale difficoltà è ritrovare la velocità: quando stai un anno fermo e poi torni ti sembra di essere con la Smart mentre gli altri giocatori sono in campo con la Ferrari, ma la cosa che mi lascia tranquillo è che ogni giorno sto migliorando. Sul piano atletico mi sento molto bene, devo essere più reattivo, ma sono molto fiducioso. All’inizio del campionato sarò al cento per cento».
Sugli obiettivi per la prossima stagione, il difensore brasiliano fissa l'asticella: «Quando indossi la maglia della Roma devi pensare solo a vincere, ma in questo momento sarebbe sbagliato trasmettere troppa pressione alla squadra. Ho rivisto la voglia di vincere nel gruppo. Ho ancora tre anni di contratto, non vincere con questa maglia sarebbe la delusione più grande della mia carriera. Dimentichiamo il passato e facciamo tesoro dei nostri errori. La Roma ha bisogno di vincere, il momento sta arrivando».
Castan parla poi di Rudi Garcia: «Lo ringrazio davvero, mi è sempre stato molto vicino, è venuto spesso a casa mia quando stavo male. Ora lo ringrazio perché mi tratta come un giocatore normale. Se deve essere duro lo è. In questo momento quello che voglio è che tutti mi trattino come un calciatore normale, non mi piace quando qualcuno mi guarda in modo diverso. Non lo sopporto. Garcia mi ha inserito nel gruppo e per lui ora sono come gli altri. Mi rimprovera, è critico, mi dice a volte che devo essere più veloce. Se mi dice che sto sbagliando sono contento, è quello di cui ho bisogno in questo momento».
«Sono state tante le persone vicine a me, in tutti i momenti mi hanno aiutato - prosegue il brasiliano, a proposito del sostegno ricevuto da compagni e tifosi nel lungo processo di riabilitazione - Il presidente Pallotta mi ha chiamato per dirmi se volevo andare negli States per fare un’altra visita. I dirigenti non mi hanno messo alcuna pressione. E non ho parole nemmeno per ringraziare i tifosi, mi hanno aiutato a vincere questa battaglia. Ora è finita e siamo pronti per vincere insieme un trofeo. Quest’anno vorrei vederli felici, perché sono tornati ad avere un bravo difensore».
Castan vuole entrare nella storia della Roma. Come i connazionali Cafu, Aldair e Zago, che in giallorosso hanno conquistato lo scudetto. «Per me questi giocatori erano un simbolo. Voglio seguire la loro stessa strada, quello che mi manca è vincere lo scudetto come loro, ma sono fiducioso di poterlo vincere anch’io. Voglio restare nella storia della Roma non come il difensore che è stato operato alla testa, ma come quello che ha vinto lo scudetto».
Tra i tanti momento ripercorsi, Castan torna anche sul derby del 26 maggio. «Quella partita è ancora nella mia testa, è stata la più brutta della mia carriera. Ho perso poche finali, quella non mi va giù. Spero un giorno di poterla giocare un’altra volta». E sul divario con la Lazio, che lo scorso anno ha chiuso a pochi punti dalla Roma, il numero 5 giallorosso si esprime così: «Difficile dirlo, non si può neppure fare un paragone. Posso sembrare di parte, ma è anche una questione di tradizione. Da bambino in Brasile sentivo parlare solo della Roma. Per me che sono brasiliano la Roma è sempre stata molto prestigiosa. E quando sono arrivato in Italia ho capito che è proprio così. E’ difficile trovare un tifoso della Lazio in giro per il mondo, invece ovunque li trovi della Roma, anche qui in Australia ce ne sono tantissimi. Per uno straniero non c’è paragone».