LA REPUBBLICA (M. PINCI) - Una difesa da cento milioni di euro. Tanto hanno fruttato alla Roma le cessioni dei pezzi pregiati della retroguardia nelle ultime tre estati. Se da sempre il mercato vive e si alimenta di attaccanti e fantasisti, Sabatini da anni ha costruito le fortune della sua Roma- o almeno quelle degli esercizi di bilancio - vendendo soprattutto difensori centrali. I primissimi esperimenti del 2011 non vanno benissimo con i flop catastrofici di Kjaer e Heinze, presi e rispediti a casa nel giro di dodici mesi. Ma sono le prove generali per un trend poi diventato fortunatissimo. Nell’estate del 2012 a Roma arriva il diciottenne
Marquinhos (a portarlo Roberto Calenda, mediatore anche per il neo acquisto Gerson), che tra prestito e riscatto costa circa 5 milioni. A nemmeno un anno dal suo arrivo riparte, destinazione Psg: per la Roma è un jackpot da 32 milioni più 3 di bonus, incassati regolarmente a fine stagione per un totale di 35. Per sostituirlo nel 2013 arriva
Mehdi Benatia: 13 milioni all’Udinese, un anno da leader con addirittura 5 gol all’attivo e la fascia di terzo capitano. Così l’estate dopo chiede di raddoppiare lo stipendio, litiga con tutti, da Pallotta a Garcia, e a fine agosto va al Bayern Monaco. In cambio nelle casse giallorosse piovono 26 milioni più 4 di bonus, anche qui per gran parte incassati, sfiorando i 30 milioni.