Messi & Totti, la diversità di essere fenomeni

07/08/2015 13:47

IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - & , la diversità di essere fenomeniIl migliore di tutti, cioè , lo definisce un fenomeno, ovvero . Capita che, a quasi 39 anni, ci si monti la testa. Ma questo è: l’argentino, quello che porta sulle spalle la maglia numero 10 del e che ultimamente si è colorato il corpo di tatuaggi e alza un po’ troppo (e insolitamente) la testa (vedi Yanga Mbiwa), dopo la partita contro la Roma, si è fatto fotografare insieme con il capitano dei giallorossi. Tra l’altro non è la prima volta, è successo quasi un anno fa, quando i due si sono incontrati a Ibiza. Stavolta Leo è apparso sorridente in quell’abbraccio con Francesco e le foto non sono bastate. Ciò che fa scena è il commento dell’argentino. Il primo, dà a del fenomeno, quella parola che ti fa andare fuori di testa. Il secondo è quando esclama, «questo è calcio». Questo è calcio: è il calcio, è il calcio, e sono il calcio. Ormai quasi di mondi diversi, accomunati dalla classe cristallina e da un atteggiamento sempre (o quasi) positivo. batte record di ogni tipo, di gol, vittorie e di Palloni d’oro, gli manca la sublimazione con la maglia della Seleccion, quella sì per lui davvero maledetta.

L’ALTRA CARRIERA  ha vinto un decimo della Pulce, gli almanacchi parlano chiaro, ma quando si dialoga con la lingua del pallone, certi calcoli matematici non contano più. Sono fenomeni e basta. Perché non tutti i campioni hanno la possibilità di giocare con le formazioni più vincenti: ha scelto una passione, ha seguito la strada della sua vita, Roma. E la Roma non è il , sul tetto d’Europa non ci arriva da un trentennio e faceva la prima elementare. è nato principe, è cresciuto nel club che mastica titoli e lui ne è il portatore sano. Luis Enrique ha definito il migliore di tutti i tempi, un fenomeno europeo. Francesco un mondiale lo ha vinto e questo fa un po’ invidia al collega piccolo e grandissimo. I due si abbracciano, parlottano, parlano di calcio, si becca gli applausi del Camp Nou. Ha vinto. In campo non si sono incontrati, uno è uscito, l’altro entrava in ritardo. Sarebbe stato bello vederli stringersi la mano per il calcio d’inizio. ha fatto altre scelte. Il tecnico gilallorosso, a Pinzolo, scherzando con Francesco gli ha detto: «Magari il lo incontriamo in ». E lui ha risposto, prontissimo: «Speriamo de no». Magari ci ha ripensato, perché la prossima volta, se capiterà, i due si stringeranno la mano anche in campo. Uno, Leo, la leggenda, l’altro, Francesco, l’immortale.