26/08/2015 13:20
GASPORT (A. PUGLIESE) - Operarsi ancora o no? È il grande dubbio di Kevin Strootman, sempre alle prese con un ginocchio (quello sinistro) che non funziona come dovrebbe. Il centrocampista olandese una decisione definitiva non l’ha ancora presa, anche se molti dei medici consultati negli ultimi giorni gli hanno consigliato la strada dell’operazione. Il che vorrebbe dire finire sotto i ferri per la terza volta in 17 mesi e perdere di fatto l’intera stagione. Ancora da capire, nel caso, se si opererà in Italia o in Germania e quando (possibile in una settimana).
IL CALVARIO Il primo campanello di allarme Strootman lo ha vissuto in Australia, quando in un allenamento ha provato a forzare sul ginocchio e si è reso conto di non riuscire a farlo. Da lì un segno di stizza e la fine di un tunnel di colpo lontanissima. Così, una volta tornato in Europa Strootman ha cominciato il giro dei consulti, seguito sempre da vicino da Helge Riepenhof, il nuovo responsabile dello staff medico giallorosso (di cui l’olandese si fida moltissimo). E in quasi tutti è uscito con lo stesso consiglio, tornare sotto i ferri. La prima operazione, quella del 18 marzo 2014, sembra infatti non sia stata fatta ad arte, come anche il successivo protocollo riabilitativo. Poi, a gennaio 2015, è arrivata anche la seconda operazione, a cui potrebbero aggiungersene altre due. Già, perché il nuovo intervento potrebbe essere doppio (a causa di alcuni tecnicismi medici), un po’ come successe a Giuseppe Rossi. Ovvio che il morale di Strootman sia ai minimi storici, tanto che dopo un brutto sfogo vissuto nei giorni scorsi, i compagni gli si sono stretti intorno ancora più forte di prima.
ALTRO MERCATO Da capire, allora, se arriverà qualcuno al posto dell’olandese. E, soprattutto, se a questo punto Paredes e Uçan andranno via o meno. Difficile, invece, che parta Ibarbo, strapagato al Cagliari, più facile che vadano via Iturbe (sempre Genoa in pole) e Ljajic (Aston Villa, ma non solo). Per Gervinho, infine: altro rilancio del Celta Vigo, ma ancora troppo basso per essere accettato.