Roma impazzisce per Dzeko: Totti-Batistuta-Toni, 3 in uno

07/08/2015 13:33

GASPORT (D. STOPPINI) - Lo aspettava pure l’Alitalia, che ha twittato la foto dello sbarco di a Fiumicino. Cronaca di un pomeriggio di delirio: caldo a mille e calcio a tremila, come i tifosi che hanno invaso l’aeroporto per accogliere il centravanti bosniaco, in mezzo a turisti, suore e camerieri che con il telefonino riprendevano la scena increduli. Non è il colpo più costoso dell’era Usa, è di sicuro quello più atteso. Cronaca di un pomeriggio da sballo, pure di incazzature tra addetti ai lavori dell’aeroporto e forze di polizia, per la gestione di momenti che definire complicati è poco. E così già da due ore prima rispetto alle 19.25 previste, nello scalo erano già in 500 ad accogliere , fino a bloccare l’uscita del terminal. Che si fa? Si cambia programma: il bosniaco è stato fatto sbarcare dall’area tecnica dello scalo: alto, grosso e sorridente di fronte a tremila persone che lo osannavano chiedendogli lo scudetto. E pure sorpreso, a giudicare dall’espressione rivolta al papà, prima di scattare un selfie in stile con lo sfondo dei tifosi.

Subito da è atterrato alle 19.20 proveniente da Manchester, dopo uno scalo ad Amsterdam. Biglietto di sola andata, perché da ieri è cominciata la sua avventura con la Roma. Lasciato Fiumicino si è subito diretto a Trigoria, dove ha incontrato i dirigenti. E non solo loro: a scortarlo altri 500 tifosi, non contenti di averlo intravisto solo a Fiumicino. E nel centro sportivo ha stretto la mano a e conosciuto , , oltre al vero intermediario dell’affare, l’amico . Stamattina le visite mediche, nel pomeriggio possibile un primo allenamento anche se in solitario, visto che la squadra scenderà in campo la mattina, ultima sgambata prima del test di domani a Valencia. è costato 20 milioni di euro, tra parte fissa e variabile. Prenderà la maglia numero 9, lo impone la storia degli ultimi 15 anni di calcio a Roma. Perché è nell’immaginario collettivo il centravanti scudetto, quello che viene acquistato per inseguire il sogno. L’attesa per il bosniaco è pari a quella che nell’estate 2000, poche settimane dopo il tricolore dei cugini della Lazio, spinse l’allora presidente Franco Sensi a fare la follia da 70 miliardi di lire. è il Batistuta del 2015: è l’uomo d’area dal curriculum pesante, è l’acquisto che nelle idee della dirigenza deve spronare i compagni a credere nell’avvicinamento alla . E magari pure lo scettico , che un centravanti lo chiedeva dalla primavera 2014 e che a fine campionato giudicava «irraggiungibile» la squadra di Allegri.

Uno e trino uno e trino, non s’offenda nessuno, neppure la suora che fotografava i tifosi a Fiumicino. è Batistuta. è pure il gioco aereo e la capacità di far reparto di Luca Toni, l’uomo che per 6 mesi nel 2010 ha interrotto il digiuno da centravanti della Roma, perdendo solo all’ultima giornata il campionato nella volata con l’Inter. è l’uomo-gol che ha imparato straordinariamente ad essere , da quando Luciano Spalletti lo inventò centravanti fino a condurlo alla Scarpa d’oro nel 2007. è l’all in di James Pallotta, che ha imposto l’accelerazione quando l’affare sembrava in salita. è il turbo regalato a : basta solo azionarlo a dovere.