04/09/2015 17:35
CALCIOEFINANZA.IT - Il mercato dei giallorossi è stato uno dei più interessanti da seguire, per due motivi. Il primo è legato al numero e alla formula delle operazioni svolte, che hanno subìto un’accelerata negli ultimi giorni del mercato e che si sono mantenute in alcuni casi “prudenti”, seguendo in uscita la logica del prestito con diritto di riscatto. Una considerazione che ci porta al secondo motivo di interesse del mercato giallorosso, legato al settlement agreement che il club ha raggiunto con la Uefa in materia di Fair Play Finanziario.
La società di James Pallotta, è bene ricordarlo, si è impegnata con il Club Financial Control Body dell’Uefa a riportare un risultato aggregato degli esercizi 2014/2015 (bilancio che verrà approvato il prossimo autunno) e 2015/2016 con un deviazione massima di 30 milioni di euro rispetto al pareggio di bilancio. Nel frattempo, il club ha accettato di pagare una sanzione pecuniaria di 6 milioni, sebbene fino ad ora ne siano stati inviata alla Uefa solo 2, mentre i restanti 4 sono sotto condizionale, a seconda del raggiungimento o meno dei parametri economici concordati con Nyon.
La Roma dunque si trova nella condizione di dover essere competitiva (e quindi di dover investire) stando attenta a non sforare tali parametri. E con un piano di crescita importante, ma che ancora non è ai livelli di altri top club. Ecco perché il club ha utilizzato, dal punto di vista del mercato, due vie: cedere alcuni pezzi della rosa per poter contare su un fattore come le plusvalenze da una parte, dall’altra limitare il mercato in entrata con formule legate a prestiti con diritto di riscatto (e non con obbligo): un fattore non trascurabile, che pone il club nella condizione di non dover versare per forza il riscatto a fine stagione e non appesantire così le proprie casse.
Per quanto riguarda il mercato in entrata, il club ha effettuato 10 operazioni di mercato: tra queste, ci sono da considerare prima di tutta la risoluzione della comproprietà di Nainggolan per 9 milioni di euro: si tratta dell’operazione più costosa a livello di acquisto del cartellino. Al giocatore è stato inoltre rinnovato il contratto, a 5 milioni di euro lordi all’anno per i prossimi 5 anni. Le altre operazioni onerose sono quelle di Iago Falquè, Ponce e Vainqueur. Il primo è stato pagato 1 milione per il prestito oneroso, più 7 milioni da versare al Genoa per tramutare l’operazione in acquisto definitivo alla prima presenza. Ponce è stato acquisito in maniera definitiva dopo il prestito.
Per il resto la Roma ha definito una serie di prestiti onerosi, la cui formula è legata al diritto di riscatto. A cominciare da Ibarbo, il cui cartellino è stato preso in prestito dal Cagliari per 5 milioni di euro e con diritto di riscatto a 8 milioni: il giocatore vive una condizione particolare, poichè nel frattempo il club lo ha ceduto in prestito al Watford per 2 milioni di euro. Il difensore Digne è arrivato in prestito oneroso dal Psg per 2,5 milioni, Rudiger dallo Stoccarda per 4 milioni più diritto di riscatto fissato a 9 milioni, Dzeko in prestito dal Manchester City per 4 milioni più diritto fissato a 11 milioni, Salah dal Chelsea per 5 milioni. Da registrare anche il prestito secco di Szczesny.
Dunque al momento la Roma si ritrova ad aver speso 24,2 milioni per i cartellini, 20,5 per i prestiti e 35,7 di ingaggi lordi, con un impatto economico totale di 61,44 milioni di euro. Nel caso decidesse di esercitare i diritti di opzione, il club si ritroverebbe a spendere almeno 28 milioni di euro in più (escludendo però dal conto le cifre per i riscatti di Digne e Salah, che non sono state rese note dalla società).
Grazie alle cessioni al Milan di Bertolacci per 20 milioni di euro e di Romagnoli per 25 milioni la Roma ha già fatto cassa per 45 milioni ma si è anche assicurata la possibilità di iscrivere nel bilancio 2015/16 una plusvalenza totale dalle due operazioni di 35,5 milioni.
Per Romagnoli, si tratta di una plusvalenza che corrisponde al prezzo di acquisto da parte del Milan, visto che proviene dalle giovanili giallorosse e il suo valore di carico in bilancio è dunque in pratica pari a zero. La plusvalenza su Bertolacci è di 10,5 milioni. Nella sessione estiva del calciomercato 2012/13 la Roma aveva ceduto il giocatore in compartecipazione al Genoa di Enrico Preziosi per 2 milioni di euro, realizzando già allora una plusvalenza di 875 mila euro, e riacquistandone il 50% del cartellino per un milione. Comproprietà che è poi stata rinnovata nelle successive due stagioni. Prima di cedere Bertolacci al Milan la Roma ha risolto la comproprietà versando al Genoa 8,5 milioni. Il prezzo di carico di Bertolacci prima della cessione al Milan era dunque pari a 9,5 milioni (il milione pagato per il 50% e gli 8,5 milioni per sciogliere la comproprietà) e pertanto la plusvalenza dovrebbe attestarsi a 10,5 milioni.
A queste due plusvalenze, si aggiunge quella di 6,22 milioni per Destro, acquistato dal Bologna per 6,5 milioni, più 2 di bonus immediato da girare alla Roma alla prima presenza in campionato del giocatore. Altra situazione simile a quella di Romagnoli, ma meno remunerativa, è quella di Viviani: ceduto all’Hellas Verona, la plusvalenza prodotta dalla vendita del giocatore del vivaio corrisponde al prezzo pagato, ovvero 4 milioni di euro. Segue quella da 2,5 milioni per Yanga-Mbiwa, ceduto per 8 milioni al Lione. In tutto, il club ha così potuto realizzare 66,75 milioni di entrate dalla vendita dei giocatori, più 49,47 milioni di plusvalenze e 22,9 milioni di euro di ingaggi risparmiati, per un impatto economico positivo di 78,96 milioni.
Il bilancio del mercato giallorosso può dirsi positivo per quanto riguarda il saldo entrate/uscite, positivo per 42,55 milioni. Ed anche per il saldo tra plusvalenze e minusvalenze, positivo per 49,47 milioni. Pesano (di poco) i maggiori ammortamenti per 2,40 milioni e i maggiori ingaggi per 12,8 milioni: due voci alle quali la Roma deve prestare attenzione, poiché sotto controllo da parte della Uefa in ottica Fair Play Finanziario. Bene l’impatto sui conti, positivo per 17,52 milioni di euro. Per tenere dritta la barra – e seguire i dettami Uefa – sarà importante per il club proseguire il trend della qualificazione alla Champions League.