15/09/2015 14:23
LEGGO (F. BALZANI) - In pochi possono dire di aver sconfitto la squadra più forte del mondo e di avergli segnato pure un gol. A Trigoria può farlo solo Maicon che il 20 aprile 2010 fece crollare San Siro con la rete del 2-1 sul Barcellona di Guardiola spianando la strada del Triplete all’Inter. Oggi quel Maicon (forse il terzino destro più forte del mondo) non c’è più, ma ce n’è uno che ha una gran voglia di far cambiare idea a Garcia e a chi lo dà per finito. Il brasiliano non gioca una partita ufficiale da 7 mesi, ma in queste ultime due settimane non ha saltato un allenamento togliendo quei grammi di troppo intravisti a fine agosto e le voci su una vita troppo mondana. La sua esperienza potrebbe far comodo contro l’ex compagno della Seleçao Neymar e quel Messi già uscito a testa bassa 5 anni fa nella sfida contro di lui.
Garcia in realtà è stato abbastanza chiaro («Il terzino titolare a destra è Florenzi») e 24 ore prima della partita col Frosinone ha chiesto all’esterno romano se stava bene e se se la sentiva di giocare due gare ravvicinate. La presenza di Florenzi in campo però potrebbe non escludere a priori quella di Maicon considerando anche i problemi della Roma a centrocampo: Pjanic è infortunato e De Rossi (oggi in conferenza al fianco di Garcia) potrebbe riscalare in difesa proprio di fronte a Luis Enrique che lì lo impiegò per la prima volta. A riempire il buco del bosniaco nel ritrovato 4-3-3 si giocherebbero un posto in tre: Vainqueur, Uçan - che ieri non si è allenato per l’influenza - e lo stesso Florenzi.
L’altro ammazza Barcellona (nel lontano 2002) è Totti che però partirà dalla panchina. Dopo la cessione di Xavi il capitano romanista è rimasto l’unico reduce di quel 3-0 all’Olimpico insieme proprio all’ex Luis Enrique che in questi giorni si è scambiato qualche sms con Francesco. Chi è quasi certo di avere una maglia da titolare è Iago Falque che avrà un motivo in più per battere il Barcellona in una sfida che sarà trasmessa in 142 paesi nel mondo. Nel 2008, dopo 8 anni trascorsi nelle giovanili blaugrana, Luis Enrique non lo ritenne adatto alla ‘squadra B’ e decise di metterlo sul mercato. Una ferita che ancora brucia tanto che Iago due anni fa dichiarò: «Sono madridista, piano piano sono diventato del Real quando stavo al Barça».