Il derby della Capitale si gioca anche in musica

10/09/2015 14:08

IL TEMPO (S. PIERETTI) - Una grande passione, un amore celato in fondo all’anima, custodito con la riservatezza che ha da sempre contraddistinto il suo personaggio. Ieri, nell’anniversario della morte di Lucio Battisti, i tifosi della Lazio hanno invaso i social per ricordare il più grande cantautore della musica italiana. «Lucio era grande tifoso della Lazio - confessò il padre qualche anno fa - spesso andava allo stadio senza farsi riconoscere». Il tifo della capitale d’Italia si divide anche sulle note del pentagramma; i tifosi della Lazio sventolano da tempo una bandiera col ritratto del cantante laziale, le note de «I giardini di marzo» accompagnano le partite casalinghe della squadra biancoceleste, quelli giallorossi rispondono con gli inni di Lando Fiorini e Antonello Venditti che da decenni sventolano i vessilli giallorossi allo stadio. L’autore di Grazie Roma è andato oltre, scrivendo anche due canzoni ad personam, una per Sebino Nela (Correndo correndo) dopo un grave infortunio al ginocchio del grande terzino, l’altra per Zdenek Zeman (La coscienza di Zeman) esaltandone la sua filosofia di gioco. Il binomio calcio-musica tra Battisti e la Lazio è nato lo scorsa stagione, in occasione della festa «Di padre in figlio», per celebrare la squadra del primo scudetto, una notte di emozioni. Più riservati gli artisti biancocelesti, come Giorgia, pronta a seguire la fede del padre Giulio Todrani, più presenzialisti quelli romanisti, con Venditti che si perde una partita, o con Gigi Proietti che non disdegna di vedere all’opera e compagni. C’è anche chi ha l’animo testaccino senza ostentarlo troppo, come Renato Zero e Claudio Baglioni, o il cuore con un’aquila incastonata, è il caso di Paola Turci o Massimo Di Cataldo, oppure dei fratelli Guido e Maurizio De Angelis. È un derby, anche nella musica.