24/09/2015 13:54
IL TEMPO (E. MENGHI) - Il buon proposito della settimana era prendere tutti i 9 punti in palio tra Sassuolo, Sampdoria e Carpi. A due terzi del cammino, Garcia si ritrova con un misero punticino e una valanga di critiche da dover gestire. La Roma, a dir la verità, qualcosa di buono l’ha fatto e il tecnico francese è convinto che «giocando le prossime partite così, ne vinceremo tante. Complimenti al loro portiere, ha fatto una grande gara».
Ma non sono stati solo i guantoni di Viviano a fermare i giallorossi, che hanno in loro stessi i primi rivali. «Abbiamo fatto una somma di errori individuali che paghiamo a carissimo prezzo», è la constatazione di Garcia, che ammette: «La sconfitta è stata colpa nostra. Certo, non saremmo stati contenti nemmeno per un pareggio, ma questo ko non lo meritavamo». I problemi della sua squadra sono alle due estremità, attacco e difesa: «Dobbiamo essere più cinici. I numeri dimostrano la nostra supremazia, ma dicono anche che abbiamo preso 4 gol in due partite e così vincere è difficile. Dobbiamo essere più efficaci nei tiri e nei corner».
Diciassette angoli sprecati sono un’enormità. I 10 guadagnati nel primo tempo con annessi 21 cross su azione (40 sommando quelli della ripresa) costituiscono un record che porta solo altro dispiacere per quello che poteva essere e invece non è stato. Evitabile il primo gol di Eder, una seduta di video analysis sarà utile: «Manolas poteva evitare il fallo che ha portato alla punizione, poi mostrerò che la barriera era posizionata male: non si può far spostare così, dobbiamo essere più furbi. Ne devo parlare con De Sanctis». Problemi di comunicazione ci sono stati proprio nell’ordinare gli schemi dalla bandierina: «Lavoriamo tanto su queste cose, a volte - osserva Rudi- non le facciamo in gara. Per questo chiedevo variazioni».
Non è bastato al francese sgolarsi dalla panchina. Una tirata d’orecchie la darà poi in privato ai suoi. Guai, però, a toccargli Dzeko, che non ha segnato, è vero, ma è stato chiamato a fare compiti anche non suoi e si è trovato di fronte un vero e proprio muro. «Edin è sorvegliato come il latte sul fuoco», è la metafora che Garcia usa per far capire quanto le cose fatte, o non fatte, dal centravanti bosniaco vengano notate più di quelle degli altri. Poi assicura: «È un campione e farà tanti gol. Non è stato servito bene e non ha potuto essere pericoloso. Dovrebbe stare in area, a volte non ha potuto esserci». Rudi non cerca invece giustificazioni nell’arbitraggio: «Il tocco di mano di Moisander? Ci siamo resi conto, ma l'arbitro ha il diritto di sbagliare, non è questa l’azione che ci fa perdere».
Adesso la Roma deve lasciarsi tutto alle spalle, ha poco tempo per analizzare gli errori e correre ai ripari, perché sabato arriva il Carpi all’Olimpico: «Esiste solo un risultato: la vittoria. Se perdiamo troppi punti in campionato, diventa un problema». Il -7 dall’Inter è già un problema.