07/09/2015 13:54
CORSERA (G. PIACENTINI) Una delle caratteristiche della prima Roma di Rudi Garcia, quella delle dieci vittorie consecutive di due campionati fa, era di avere un’identità chiara. E una riconoscibilità data dal fatto che, a parte rarissime eccezioni (infortuni o squalifiche), in campo andavano più o meno sempre gli stessi. Oggi, due anni dopo, quasi tutti i componenti di quella squadra faticano a trovare spazio: senza contare Strootman, fuori per motivi fisici, Benatia e Balzaretti, gli unici che possono ancora sentirsi titolari per il francese sono Pjanic, De Rossi (anche se spesso è in ballottaggio con Keita) e Florenzi, seppure in un ruolo diverso essendo ormai diventato un esterno basso.
Tutti gli altri stanno faticando, e i nomi sono parecchio pesanti, sia in campo sia nello spogliatoio: De Sanctis, Maicon, Castan, Totti e Gervinho, ognuno per motivi differenti, nelle prime due uscite stagionali hanno raccolto solamente pochi minuti.
Certo è che alcuni di loro, per questioni anagrafiche (Totti, De Sanctis) o perché alle prese con infortuni cronici (Maicon), dovranno essere gestiti. Castan, invece, va recuperato al meglio della condizione fisica e solo in quel momento potrà considerarsi di nuovo un insostituibile, mentre Gervinho è stato ridimensionato: dal giocatore indispensabile che è stato per due stagioni (meritando di esserlo solo il primo anno), è diventato uno dei sei attaccanti a disposizione per tre maglie. Difficile pensare che possano essere delle scelte definitive, sia per il valore tecnico dei calciatori in questione, sia per il contributo di esperienza e personalità che ancora possono dare. In che modo lo faranno, lo si comincerà a scoprire dal doppio confronto che attende la Roma tra sabato prossimo e mercoledì 16 contro il Frosinone e il Barcellona.
Garcia darà la priorità al campionato, vero obiettivo della stagione (e soprattutto più accessibile rispetto alla Champions) o alla coppa? Oppure, come ha già fatto in passato, farà il turnover solo nella gara che conclude il ciclo, cioè quella con il Sassuolo, quattro giorni dopo il Barcellona? Dubbi con cui il tecnico sarà destinato a convivere fino a quando, a Trigoria sperano il più a lungo possibile, la Roma sarà impegnata in tutte le competizioni. Da questo punto di vista, infatti, in suo soccorso arriva il calendario, che dalla trasferta di sabato a Frosinone fino alla gara contro il Genoa del 20 dicembre all’Olimpico, l’ultima prima della sosta natalizia, costringerà la Roma a disputare 22 partite (compresi la Champions e gli ottavi di finale di Coppa Italia) in 99 giorni.
In media una gara ogni 4 giorni e mezzo (escluse altre due soste per le nazionali, previste una ad ottobre e una a novembre). Ciò significa che Garcia avrà bisogno di sfruttare tutta la rosa a disposizione e dovrà cambiare spesso. Cercando di sbagliare il meno e possibile, e di non scontentare nessuno.