Roma, processo a Garcia: con il Palermo è già decisiva

30/09/2015 23:39

REPUBBLICA.IT (M. PINCI) - Il processo è iniziato. Ufficialmente, forse, anche tra i vertici di Trigoria, particolarmente agitati nel dopo partita della Borisov Arena. è ancora l'uomo giusto per guidare la Roma? Inevitabile domandarselo dopo la seconda sconfitta nelle ultime tre gare tra Coppa e campionato, la quarta in 8 gare di con il tecnico francese. Di certo la più umiliante, in Bielorussia contro una squadra che la stagione scorsa aveva perso nella fase a gironi 5 gare su 6 subendo 24 gol (un 6-0, un 7-0, un 5-0, un 3-0, un 2-0), concedendole 3 gol in mezz'ora. Ora il Palermo è già decisivo: con un nuovo capitombolo, le strade dell'allenatore e del club potrebbero separarsi. Anche se a un prezzo altissimo.

PALERMO E' GIÀ DECISIVA - Nei guai ci si è messo da solo: "Giudicateci dopo le prossime 4 partite", aveva detto prima della Samp. Da quel giorno ne ha perse 2 su 3. Ora la quarta, domenica alle 15 contro il Palermo, diventa già determinante per il suo futuro. Anche perché gli indizi di colpevolezza sono tanti: "Noi giocatori abbiamo preparato malissimo questa partita, non siamo entrati in campo con la testa giusta". L'autocritica di è però un duro capo d'accusa anche per : chi se non l'allenatore deve lavorare sulla testa dei calciatori? Il Bate ha costruito i 3 gol tutti dalla stessa parte, sfruttando le difficoltà di nel ruolo di terzino e l'assenza di un compagno a raddoppiare sulle scorribande avversarie. Chi, se non l'allenatore - e il suo staff - deve studiare il modo di giocare degli avversari ed evitare di esporsi alle iniziative? In più ha dimostrato di non essere pronto, dopo 2 settimane ai box per il problema alla mano, mentre aveva l'umore a mille dopo il rigore parato al Carpi: chi se non l'allenatore deve conoscere la condizione dei propri giocatori?

SI CAMBIA? DECIDE PALLOTTA - Molte di queste domande se le fanno anche a Trigoria e c'è chi la spinta verso il cambiamento la alimenta eccome. Continueranno a parlarne anche di ritorno da Minsk, ma ora la questione coinvolge soprattutto il presidente Pallotta: è stato una sua scommessa, in particolare quando c'è stato da accontentarlo con un rinnovo fino al 2018 a 2,8 mln netti (qualcuno nella Roma era fortemente contrario). Cacciarlo vorrebbe dire assumersi il rischio di dovergli riconoscere i 14 milioni - al lordo - residui. Da sommare alla spesa per un eventuale sostituto. Tanti, tanti soldi. In più trovare il nome giusto per l'erede in panchina pare complicatissimo: a Trigoria e all'Olimpico ultimamente s'è visto spesso Montella, ma il tecnico è ancora vincolato dalla clausola sul contratto con la (5 mln) e i rapporti tra i due club sono pessimi. è il nome che metterebbe tutti d'accordo, ma convincerlo a salire in corsa è operazione tutt'altro che agevole e poi servono 5-6 mln netti all'anno. La scorsa settimana è circolato il nome di Lippi (qualcuno parlava anche di un contatto), anche se a Trigoria sorridevano di fronte all'ipotesi.

MERCATO SOTTO ACCUSA - Gli altri - da Prandelli a Donadoni, da Guidolin a Mazzarri - sono nomi poco esaltanti. Ci sarebbe poi Bielsa, vecchio pallino di , ma certo parrebbe un nuovo azzardo. Suggestioni. Ma le critiche non possono finire alla panchina senza coinvolgere il mercato: la Roma s'è ritrovata a dover giocare con due centrocampisti in difesa ( e ) e quattro esterni in attacco (, , Gervinho e ). Manca un'alternativa a , mancano centrocampisti pronti, mancano centrali affidabili, visto che le condizioni preoccupanti di erano note. In più, cedendo la Roma ha di fatto rinunciato a un uomo in più da inserire nella lista : avendo soltanto 3 calciatori formati in Italia e non 4, oltre i 2 cresciuti nel vivaio, ha dovuto "tagliare" un nome, accorciando ancora l'elenco, già ridotto dall'Uefa a 22 per le violazioni al Financial Fair Play. Insomma, una serie di scelte discutibili che ora penalizzano la Roma. Anche per questo, anche tra i dirigenti, c'è chi sta valutando di fare un passo indietro. L'appuntamento però è sempre dopo il Palermo: una sorta di redde rationem della gestione in corso.